La Nuova Sardegna

Olbia

Liscia e anguille, il progetto di Luras resta senza risposte

di Sebastiano Depperu
Liscia e anguille, il progetto di Luras resta senza risposte

Il Comune vuole un impianto, la Regione non risponde Protesta il vicesindaco Giua: «La pesca è un’attività storica»

29 settembre 2015
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LURAS. Al lago del Liscia si può realizzare una scala di risalite delle anguille. La richiesta è stata fatta un anno e mezzo fa alla Regione ma nessuna risposta è arrivata al municipio lurese.

Il vicesindaco e assessore all'Ambiente, Piero Giua, spiega l'iter che ha una testa ma, per ora, non ha una coda.

«Abbiamo chiesto all'assessorato regionale competente una richiesta per la realizzazione della scala di pesca per la risalita delle anguille il 10 aprile 2014 - dice Giua -. La cosa che però ci da fastidio è che in altri posti si sono autorizzate certe cose. Per esempio, la provincia Olbia Tempio lo ha fatto al lago di Oschiri quando la maggior parte di quel territorio ricade in provincia di Sassari. Il lago del Liscia ha dato tanto alla Gallura, rifornisce tutta la Costa di acqua ed è, dunque, importante per il turismo. Adesso che chiede qualcosa in cambio, nessuno gliela concede. Una risalita delle anguille avrebbe potuto dare, anche, un po’ di lavoro a giovani (e non della zona)».

Il bacino artificiale del Liscia è stato completato nel 1962 con la realizzazione dello sbarramento in località Calamaiu. Dal 2004, in seguito a lavori di consolidamento dello sbarramento, l'invaso ha una capienza massima di 106 milioni di metri cubi d'acqua. «In fase di prima progettazione e di consolidamento era stata prevista la realizzazione della scala di pesca per consentire la risalita delle anguille - aggiunge Piero Giua -; l'assenza della scala ha, inoltre, causato la totale scomparsa delle anguille dai fiumi del bacino idrografico che alimenta il lago del Liscia con conseguente alterazione dell'habitat e modificazione dell'ecosistema naturale».

L'attività di pesca delle anguille, a Luras, come in molti altri centri della zona, è documentata da tempo.

Nel vocabolario dell'Angius-Casalis, alla voce "Luras", ad un certo punto, si legge: «Non pochi lurisinchi danno opera frequente alla pesca, e ottengono un considerevole lucro, vendendo ne' paesi vicini ed in Tempio, e questo sarebbe maggiore se si cecasse il mal vezzo di infettare le acque con la tassia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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