La Nuova Sardegna

Olbia

Bagagli spariti 2 volte, un incubo

di Antonello Palmas
Bagagli spariti 2 volte, un incubo

A un passeggero olbiese vengono smarrite le valigie sia all’andata che al ritorno, sempre a Fiumicino

08 ottobre 2015
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Quella di non vedersi riconsegnare i bagagli al termine di un viaggio in aereo è una spiacevole esperienza, di quelle da non augurare a nessuno, anche se purtroppo non infrequente. Ma ciò che è accaduto a un passeggero olbiese ha davvero dell’incredibile: le sue valigie sono sparite sia all’andata che al ritorno. E sempre nello stesso scalo, quello di Fiumicino, peraltro già noto per quanto riguarda casi del genere.

L’oscar della sfortuna spetta a Renato Meloni, che ha raccontato alla Nuova la sua disavventura: «Il 18 settembre sono partito da Olbia per l'estero con altre persone. La meta era la Romania, e più precisamente Iasi (una città nel nord-est, al confine con la Moldavia). Una volta arrivati allo scalo intermedio di Fiumicino, abbiamo consegnato al check-in i bagagli da imbarcare per proseguire il viaggio. Arrivati in Romania, con nostro grande disappunto, abbiamo scoperto che i nostri bagagli non si trovavano». Facilmente immaginabili i problemi che questo disguido ha provocato in chi viaggiava, che tra l’altro ha dovuto fare un numero spropositato di telefonate per rimediare e riavere indietro i bagagli. «Dopo qualche giorno ce li hanno finalmente recapitati» dice Meloni.

La permanenza in Romania a quel punto è proseguita senza intoppi. Ma non era finita. «Domenica 4 ottobre si riparte per rientrare a Olbia – racconta l’uomo. Partiamo da Iasi, arriviamo a Fiumicino e facciamo il check-in per il volo verso la Sardegna, consegnando nuovamente i bagagli. Arriviamo al “Costa Smeralda” alle 10.30, aspettiamo i bagagli: niente. Non ci sono». E il bello è che questa volta, nonostante una nuova serie di telefonate, dallo scalo romano fanno capire di non avere idea di dove siano finiti. «All'ufficio reclami ipotizzano che forse si è strappata l'etichetta col nome – dice l’olbiese – ma gli ho risposto che è impossibile, era fatta proprio in modo da evitare una cosa del genere. E che grazie all’etichetta adesiva col codice a barre loro dovrebbero conoscere benissimo il tragitto dei miei bagagli». Non ha parole tenere per l’organizzazione dell’aeroporto romano: «Sono in condizioni penose, va bene un disguido, ma due volte di fila... E nemmeno li trovano. Una barzelletta, roba da terzo mondo». E in attesa delle sue cose ha già sentito un legale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative