La Nuova Sardegna

Olbia

Zona franca, firmato l’accordo a Cagliari

di Antonello Palmas
Zona franca, firmato l’accordo a Cagliari

Un passo avanti decisivo dopo l’incontro tra Comune, Regione, Cipnes e Agenzia delle dogane

22 novembre 2015
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OLBIA. Zona franca doganale non interclusa al porto di Olbia a un passo dalla realizzazione. Nella sede della presidenza della Giunta regionale di Cagliari è stata raggiunta un’intesa tra le parti: quella di redigere un accordo “interistituzionale”, un grosso passo avanti verso la creazione del sospirato istituto, sponsorizzato da molti come la soluzione in grado di dare una notevole spinta all'economia gallurese. All’incontro erano presenti il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, il presidente del consiglio comunale Vanni Sanna, il direttore del Cipnes, Aldo Carta con Antonio Catgiu, i rappresentanti dell'Agenzia regionale delle dogane Marcello Demuro e Francesco Pitzurra, oltre a Antonio Cambus e Filippo Spanu dello staff della presidenza della Giunta.

La riunione era stata convocata per discutere gli ultimi passaggi prima del varo della free-zone, pochi giorni dopo la richiesta avanzata al Governatore Francesco Pigliaru da Vanni Sanna. Per chiudere la pratica mancava infatti il Piano operativo della zona franca doganale, inviato in Regione.

Spiegano in un documento Giovannelli e Sanna: «È stato deciso di redigere un accordo tra istituzioni (Comune, Regione e Cipnes) per l’attivazione della “Zona franca non interclusa a economia speciale” nell’intera area industriale. Il Comune governerà l’accordo con la Regione, mentre il Cipnes si occuperà di promuovere il brand a livello nazionale internazionale, di assistere e prestare consulenza alle imprese, quelle insediate e quelle che lo faranno, di promuovere e proporre insieme al Comune l’accesso ai finanziamenti, volti al miglioramento infrastrutturale (sistema portuale, logistico, viario e dei servizi)».

Considerata la grave crisi della Gallura, anche sotto il profilo occupazionale, Giovannelli e Sanna ritengono che la zona franca, specie se accompagnata come richiesto da interventi di carattere fiscale (sgravi Irap e addizionale Ires e Irpef), «dovrebbero permettere alla città e al territorio di accrescere esponenzialmente tutte le attività insediate nell’area industriale, oltre a quelle del porto commerciale del molo Cocciani. L’area industriale “free -zone” dovrebbe diventare formidabilmente attrattiva per i diversi operatori, da quelli locali a quelli internazionali, comportando il riutilizzo di opfici sfitti. Non occorrerà spendere soldi pubblici per recingere l’area e, per legge, non potranno insediarvisi aziende inquinanti».

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