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Olbia

Saldi a Olbia, partenza a rilento: al centro negozi vuoti

In città i saldi sono iniziati a rilento: i commercianti si lamentano
In città i saldi sono iniziati a rilento: i commercianti si lamentano

Il botto dei primi giorni non c’è stato, ma qualcuno vuole essere ottimista: «Aspettiamo il fine settimana». E intanto aumentano le serrande abbassate

08 gennaio 2016
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OLBIA. Alle 11 del mattino del 7 gennaio, il centro storico è quasi deserto. Non ci sono file davanti alle vetrine e non si vedono più i clienti che accelerano il passo per arrivare tra i primi nei negozi alla ricerca del grande affare. Altri tempi, quelli. E così, anche in città, il boom saldi per il momento non c’è stato. La partenza dei super sconti ufficiali di fine stagione è stata a rilento e sono pochi i commercianti che continuano a essere ottimisti.

La maggior parte, infatti, parla di un «disastro» e tra le possibili cause ci sono «la concorrenza sleale, il botto delle vendine on line, il mancato rispetto delle regole di alcuni negozianti, soprattutto nel cuore della città, che fanno promozioni durante tutto l’anno danneggiando gli altri».A fare da contorno,  una situazione tutt’altro che positiva, «Da anni il centro storico è degradato. E così, accanto alle serrande che si chiudono una dietro l’altra, c’è l’abbandono totale del salotto cittadino».

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Marianna Soro, commerciante di abbigliamento, non ha più parole. «Dopo una buona estate, si può contare solo sulla clientela fedele nel tempo, perché quella di passaggio non esiste più. D’altra parte, che cosa può offrire il centro? Nulla. Noi commercianti ci diamo da fare, ma non basta. E i saldi, che un tempo rappresentavano un momento importante e atteso, ora non sono di nessun aiuto. Colpa anche di tanti negozianti che non aspettano le date ufficiali per far sconti e promozioni, offrendo tra l’altro poca qualità e molta quantità».

D’accordo Betty Pileri (titolare di una gioielleria) e Barbara Derosas (abbigliamento). «La concorrenza sleale che dura tutto l’anno colpisce chi rispetta le regole e così, i saldi, diventano quasi un flop. Ci vorrebbe un regolamento vero e proprio, per stabilire soprattutto nel centro storico quando e se fare le promozioni. Altrimenti andare avanti è davvero faticoso. E i risultati si vedono passeggiando al centro: il numero dei negozi chiusi è sempre in aumento. La mancanza totale di decoro urbano, poi, non attira certo la folla da queste parti».

E mentre da Sini e Conte ribadiscono «che l’inizio del periodo dei saldi è stato soft, esattamente come gli altri anni», dall’altra parte del Corso, Patrizia Marras, responsabile di “Tendenze”, parla invece «di un avvio lentissimo. La gente aspetta che i saldi raggiungano il 70 per cento, ma in alcuni casi non è proprio possibile raggiungere una percentuale di sconto così alta, perché non ci sarebbe guadagno. L’unica linea che si vende sempre bene è quella da bambino, perché le case madri scelgono la linea di una promozione costante in tutte le stagioni».

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E così anche da Prenatal confermano questo andamento. «Sì, è vero - precisa Gianfranco Lai, responsabile del punto vendita di via Regina Elena -, le famiglie possono rinunciare a fare acquisti per gli adulti, ma non per i bambini. C’è qualcuno che per i saldi preferisce aspettare gli ultimi giorni, però in fondo siamo soddisfatti». «Bisogna essere soprattutto ottimisti - aggiunge Cristina Ambrosio (abbigliamento) -. Si deve sempre guardare avanti con fiducia e sono convinta, anche se la partenza dei saldi è stata lenta, che ci sarà una svolta nel fine settimana. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare: se da una parte c’è chi aspetta qualche giorno in più affinché lo sconto aumenti, dall’altra c’è chi non vuole perdere l’occasione di trovare il meglio a un prezzo comunque vantaggioso e così si fa avanti subito».

«Comunque sia, la realtà è una - dice Antonella Meloni, negoziante di abbigliamento -: il movimento per i saldi è decisamente poco e chi viene da me chiede comunque uno sconto superiore rispetto a quello applicato. Di sicuro risentiamo della concorrenza on line e poi, come ci dicono molti clienti, le troppe tasse costringono a fare rinunce. E se le famiglie decidono di diminuire le spese, tagliano proprio abbigliamento e accessori».«E’ davvero triste dover aspettare che qualcosa finalmente accada - chiude Piera Maloccu -. Le vendite di Natale sono state sotto tono e i saldi non sono partiti col botto. Speriamo nella svolta improvvisa». (s.p.)

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