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Olbia, scatta la solidarietà per Micaela

Olbia, scatta la solidarietà per Micaela

Mobilitazione sui social network e appelli delle associazioni «La giovane disabile deve poter raggiungere Marsiglia»

09 gennaio 2016
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OLBIA. La solidarietà viaggia attraverso i social network, mentre gruppi di aiuto improvvisati si mobilitano ovunque per dare una mano a Micaela. Per far sì che la giovane cerebrolesa possa essere accompagnata a Marsiglia dove, il 19 gennaio, dovrà essere visitata e poi operata (ma in questo caso la data è da stabilire). A lanciare un appello nei giorni scorsi è stata Maria Antonietta Marras, madre della ragazza, dopo aver ricevuto un doppio no della Regione alla richiesta di rimborso delle spese di viaggio. «Mia figlia, dal 2014, convive con il dolore provocato dalla frattura del femore - racconta Maria Antonietta -. Oltre ai problemi causati dalla sua patologia, deve ora convivere con questa complicanza che va ad aggiungersi all’osteoporosi e a tante altre difficoltà. Se ho deciso di portare mia figlia a Marsiglia, non scegliendo quindi un ospedale italiano, è solo perché ho fiducia nell’équipe che ha sempre seguito mia figlia da quando era piccola e che, quindi, conosce alla perfezione il suo caso. Questa è l’unica ragione della mia scelta e per questa continuerò a lottare».

Ma Maria Antonietta Marras, da sola, non può farcela. I contributi della legge 162 bastano appena per pagare una badante, e ha bisogno di aiuto.

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«I tempi sono stretti, il 19 gennaio è molto vicino - dice Antonella Meloni, responsabile gallurese di Adiconsum - e anche attraverso la nostra associazione stiamo facendo in modo che più persone possibili si mobilitino per questa causa. Basta rinunciare a un caffè e destinare quella piccola somma a Micaela. Sappiamo che ci sono insegnanti che si stanno muovendo per raccogliere solidarietà a scuola, sappiamo che ci sono persone singole e famiglie che vogliono fare la loro parte. Le polemiche e le discussioni sul perché questa madre coraggio voglia portare la figlia a Marsiglia, non dovrebbero neppure esistere. Ha scelto un’équipe in cui lei crede, e dobbiamo aiutarla. Non c’è il tempo, almeno per questa prima visita, di organizzare manifestazioni. Ci penseremo più avanti, una volta che verrà fissata la data l’intervento chirurgico. Adesso basta un po’ di buon cuore».

Ma la solidarietà a Micaela arriva anche in carrozzina. Francesca Cavassa, madre di Fabrizio Pinna, il giovane olbiese che soffre di atassia, meglio di chiunque altro conosce il dramma che deve affrontare un genitore che vive con un figlio malato. Lei di solidarietà ne continua a ricevere tanta per il suo Fabrizio, ma ha deciso di scendere in prima linea anche per raccogliere fondi per Micaela.

Si ricorda a chi volesse dare un contributo che si può eseguire un bonifico bancario (on line o allo sportello di qualunque istituto di credito) intestandolo alla madre di Micaela). Il codice Iban: IT37Z0100503246100081644816. (s.p.)

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