La Nuova Sardegna

Olbia

Gazebo negati, a Olbia cresce la protesta ma ora la giunta apre uno spiraglio

Tiziana Simula
Un gazebo di un'attività commerciale a Olbia
Un gazebo di un'attività commerciale a Olbia

Il sindaco Giovannelli: «Prevista una riunione per verificare se sia possibile apportare dei correttivi».  Operatori e associazioni di categoria invocano flessibilità sul regolamento comunale.

14 gennaio 2016
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OLBIA. Flessibilità. La invocano a gran voce titolari di bar e ristoranti ma anche artigiani e associazioni di categoria, tutti in fermento di fronte all’entrata a regime del “Regolamento dei dehors”, voluto dal Comune con l’obiettivo di migliorare il decoro urbano e la sicurezza stradale. La “rivoluzione dei tavolini” agita gli animi di chi, dopo averlo fatto per anni, si vede ora negare la possibilità di offrire il proprio servizio all’esterno del suo locale: il nuovo provvedimento comunale, oltre a dettare una serie di regole sull’allestimento dei gazebo (dal tipo dei materiali fino ai colori da usare per tavolini, sedie, pedane e separè), vieta l’occupazione della sede stradale con i dehors sulle strade a traffico intenso, individuate dal Piano urbano della mobilità. Molti, insomma, dovranno smantellare. E la protesta dilaga da viale Aldo Moro a via Mameli, da via Roma a corso Vittorio Veneto, per citare alcune delle strade interessate dal provvedimento. A sbaraccare dovranno essere anche gli artigiani.

Lo spiraglio. Il dissenso ha già raggiunto il palazzo comunale. «In questi giorni – spiega il sindaco Gianni Giovannelli – la giunta si incontrerà per approfondire le problematiche sollevate dai pubblici esercizi e dagli artigiani. Verificheremo se sia possibile apportare dei correttivi, purché questi non siano in contrasto con la sicurezza stradale e con la normativa sull’attività artigianale. La flessibilità va bene se si può coniugare con le regole e se non va a ledere i diritti degli altri. Se il piano della mobilità ci dice che una strada è pericolosa, l’amministrazione deve tenerne conto, e cercare di coniugare i servizi con la sicurezza di pedoni e automobilisti».

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Le organizzazioni di categoria. Sui “dehors della discordia” prendono posizione le associazioni di categoria, a cui si sono rivolti gli artigiani che si sono visti negare il rinnovo dell’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico. La Confartigianato già prima di Natale aveva protocollato una lettera in Comune.

«Chiediamo che venga eliminato il divieto previsto per gli artigiani – sollecitano il presidente Giacomo Meloni e il segretario federico Fadda –. E lo facciamo sulla base di una sentenza del Tar Sardegna del gennaio 2015 che ha ritenuto illegittimo un regolamento comunale che vietava agli esercizi di vendita l’uso di gazebo e dehors dove far sostare i clienti che volevano consumare sul posto i prodotti acquistati un attimo prima, oltre a un parere del ministero dello Sviluppo economico che chiarisce la questione del consumo sul posto degli alimenti. Nel contempo chiediamo una proroga che consenta a quegli operatori con autorizzazioni regolarmente concesse prima dell’entrata in vigore del regolamento, di adeguarsi alle nuove prescrizioni».

La Cna rimarca come l’esclusione di spazi esterni allestiti per pizzerie, friggitorie, gastronomie e gelaterie da asporto, sia penalizzante non solo per l’artigiano ma anche per il cliente. «E in una località turistica – sottolinea il segretario Massimo Bonacossa –, questo diventa un ostacolo per chi, non volendo consumare con il servizio annesso per scelta o per fretta (pensiamo ai crocieristi), preferisce farlo in autonomia, dove ha acquistato il prodotto. Insomma un ostacolo all’approccio turistico».

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