La Nuova Sardegna

Olbia

Accoltellamento al parco: «Non c’entra il razzismo»

di Angelo Mavuli
Accoltellamento al parco: «Non c’entra il razzismo»

Il legale del giovane tempiese ferito da un venezuelano sostiene la tesi della lite Per Giovanni Azzena l’episodio «non può essere inquadrato in un altro contesto»

21 maggio 2016
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TEMPIO. Non c’è razzismo. Per l’avvocato Giovanni Azzena, legale del giovane tempiese accoltellato circa quindici giorni fa, da un coetaneo venezuelano residente ad Aggius, l’episodio non può essere inquadrato in un contesto di odio razziale, (come ha dichiarato, qualche giorno fa l’avvocato Domenico Putzolu, difensore dell’accoltellatore), ma rientra nell’ambito di una lite fra giovani, scoppiata forse per qualche parola di troppo. «Si tratta pur sempre – dice Giovanni Azzena – di un fatto grave, reso ancor più pesante dal possesso e dall’uso di un coltello che il giovane venezuelano pare portasse con sé sin dalla sua partenza da Aggius. Non è difficile ipotizzare a questo punto la premeditazione sul gesto che poi avrebbe portato al ferimento del mio cliente. Circostanza quindi da non sottovalutare e da sminuire, così come mi pare si voglia fare da qualche altra parte. Mi auguro – dice ancora Giovanni Azzena –, che l’intera vicenda nel momento processuale venga inquadrata nella giusta ottica. Soprattutto mi auguro che ci si adoperi perché fra le parti in conflitto vi sia un chiarimento che serva a riportare serenità anche in ambito sociale». L’episodio che aveva suscitato in città enorme clamore e verso il quale le famiglie guardano con molta preoccupazione e paura, si era verificato nel pomeriggio del 9 maggio al Parco Grandi, a valle del Parco delle Rimembranze, poco distante dalla stazione Arst. Per cause che la polizia di Stato, guidata da Rafaele Bracale, sta cercando di appurare, il venezuelano, al termine di un scontro verbale con un gruppo di ragazzi e ragazze, avrebbe tirato fuori un coltello, colpendo per due volte alla spalla ed alla schiena il suo antagonista diretto. Mentre il giovane ferito veniva medicato al pronto soccorso del Paolo Dettori con alcuni punti di sutura, e subito dimesso con una prognosi di 10 giorni, l’accoltellatore, inseguito da altri ragazzi, si era rifugiato nel vicino commissariato. Trasportato anche lui al pronto soccorso, era stato medicato e curato per una serie di botte al torace, e quindi subito dimesso con una prognosi di sette giorni di cure. Nei suoi confronti era scattata l’accusa di lesioni con l’aggravante dell’utilizzo del coltello».

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