La Nuova Sardegna

Olbia

Careddu: i litigi nel Pd puniti dagli elettori

di Serena Lullia
Careddu: i litigi nel Pd puniti dagli elettori

L’esponente della Coalizione civica analizza il risultato della sconfitta Tra le cause anche l’atteggiamento anti gallurese della giunta Pigliaru

21 giugno 2016
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OLBIA. Con la lucidità del giorno dopo analizza la sconfitta della sua Coalizione civica e democratica. Carlo Careddu, avvocato, rende merito al vincitore Nizzi ed elenca alcune dei possibili motivi di quel 49,3% contro 50,7%. Una manciata di voti che lo ha tenuto lontano dalla fascia tricolore. «La volontà popolare, seppure per pochi voti si è pronunciata a favore dell’onorevole Settimo Nizzi – commenta –. E così sia. Lo dico con serenità e umiltà, ma anche con la lucidità del giorno dopo. Non ho nessun rimpianto né rimorso. La situazione di partenza era obiettivamente difficile e solo l’entusiasmo e l’amore per la mia Olbia mi hanno spinto ad accettare una sfida difficile anche se non impossibile, in una città ferita e sofferente, portata a rimpiangere i tempi d’oro del passato e fuorviata da alcuni messaggi distorti della campagna elettorale».

Pd litigioso. Careddu non nasconde il peso di quattro anni e mezzo di litigi dentro il Pd. Dopo quattro anni con il coltello tra i denti i democratici hanno ritrovato l’unità solo a un mese dal voto. Careddu è convinto che quelle contrapposizioni, spesso infuocate, siano state mal digerite dai cittadini. «Non hanno di certo giovato le vicissitudini del partito democratico a vari livelli – afferma –. Nonostante la sorprendente capacità di trovare l’unità in zona cesarini, l’elettorato ha punito un periodo di litigi del Pd olbiese tanto aspri quanto incomprensibili e anche per questo ha presentato un conto salato. Non ha di certo agevolato la vittoria neppure il Pd regionale, con la querelle sulla sostituzione del suo segretario e neppure il Pd e il Governo di Renzi, sempre impegnati in una lotta senza tregua con la minoranza dem».

Regione spot negativo. Dopo l’autocritica del suo Pd, Careddu non risparmia badilate al governo regionale sempre a marchio dem. «Nonostante un governo regionale amico solo sulla carta, le politiche del governo dei professori non sono state di aiuto – aggiunge –. Al contrario sono risultate lontane e distratte, se non addirittura contro Olbia e la Gallura. Tanto che paradossalmente non è stato nemmeno pensabile una visita dei rappresentanti di quell’esecutivo e del suo presidente, fatta eccezione per Paolo Maninchedda, che si è dimostrato attivo e sensibile ai bisogni più immediati del territorio, anche in prospettiva. La riforma degli enti locali, il ritorno forzato sotto la provincia di Sassari, la discussione sulla Asl unica in piena campagna elettorale, la volontà di non concedere a Olbia la sede dell’Autorità portuale, la mancata proroga del Piano casa sono state viste dagli elettori come un chiaro attacco al territorio al quale reagire con il voto contrario “al sistema”».

Piano Mancini. Inevitabile un passaggio sul Piano Mancini, forse l’ago della bilancia in questa campagna elettorale. «Anche per l’abilità del mio contendente le amministrative si sono trasformate in un referendum sul piano anti alluvioni – mette in evidenza Careddu –. La propaganda avversaria è riuscita a trasformare il rimedio alle alluvioni, cioè un piano di opere già approvato e finanziato nel male, la soluzione del problema. E soprattutto in alcuni quartieri pesantemente interessati dalle due tragedie, la rabbia e la frustrazione più che legittime sono state riversate su chi non ha alcuna responsabilità politica, anche per evidenti ragioni di età. Mi sarebbe convenuto ascoltare i consigli di qualche buon consulente di immagine del giorno dopo e rilanciare sul piano anti alluvione annunciandone il ritiro in caso di vittoria. Ma la sicurezza e la vita delle persone sono valori e beni per me assoluti e non negoziabili, anche a costo di perdere le elezioni». Careddu si prepara al suo nuovo ruolo di capogruppo di opposizione. «Anche se solo per una incollatura, la città ha legittimamente scelto un altro sindaco. E io che ho la presunzione di essere un vero democratico, chino la testa di fronte al popolo sovrano. All’onorevole Nizzi e alla sua compagine riconosco il diritto-dovere di guidare la città e per questo gli faccio i miei migliori auguri. A noi spetta invece il delicato compito di controllare e stimolare l’azione amministrativa della maggioranza. Dico grazie alla mia straordinaria squadra composta anche da molti giovani di talento, per averci creduto fino in fondo. Faccio poi un augurio sincero alla mia città per un futuro migliore. Perché io ci credo davvero, anche se ho perso».

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