La Nuova Sardegna

Olbia

Cartelli stradali in sardo eliminati, il Psd’az contro il sindaco di Olbia

I cartelli indicatori da cui sono stati rimossi i toponimi storici
I cartelli indicatori da cui sono stati rimossi i toponimi storici

Segreteria cittadina dura dopo la scomparsa delle scritte con i toponimi originali: «L’esibizione muscolare di Nizzi offende gli olbiesi e intacca le casse comunali»

19 settembre 2016
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OLBIA. «Un passo avanti e tre indietro e se tanto ci da tanto, è chiaro che Olbia, con questa giunta va verso una regressione». Così inizia il comunicato firmato da Lidia Fancello, segretaria della sezione olbiese del Psd’az. Al centro della contestazione sardista la scomparsa dei cartelli stradali che riportavano i toponimi in sardo e gallurese. «Cartelli – osserva con desolazione la Fancello – che peraltro erano nuovi di zecca e di dimensioni ragguardevoli, tanto da poter essere visti e letti anche a una certa distanza».

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Va ricordato che la proposta dei toponimi in lingua originale era stata fatta dal consigliere comunale sardista Stefano Fancello nell'agosto del 2013. «Una proposta – osserva la segretaria sardista – accolta con grande entusiasmo dall'intero consiglio e sviluppata dall'assessore Davide Bacciu nella precedente amministrazione Giovannelli. Eravamo felici che finalmente Olbia e gli olbiesi si stessero riappropriando della propria identità troppe volte dimenticata . Ma di fronte a questi nuovi cartelli di cui ci piacerebbe sapere anche il costo, ci meraviglia che lo stesso Nizzi, che non disdegna di usare in pubblico la bellissima lingua gallurese, se ne vergogni invece al pari del più colonizzato degli indigeni, il quale butta via il suo oro in cambio di perline di plastica».

«La nostra identità e la nostra lingua valgono oro - ribadisce la Fancello - perché esse, insieme alla particolarità geografica, costituiscono i motivi per i quali arrivano turisti e studiosi da tutto il mondo. Le scritte in sardo e in gallurese, relegati in piccolo sotto la scritta italiana, sono emblematiche di una mentalità autorazzista, la quale, temiamo sia pronta a sacrificare tutto: territorio, cultura, lingua e identità in nome di un'omologazione senza senso, o di interessi poco chiari ».

La segreteria della sezione sardista Luigi Oggiano ha fermamente condannato l’accaduto, o definendolo "un atto di arroganza". «Giusto per ribadire – conclude la Oggiano – "chi comanda ora", un'offensiva esibizione muscolare che offende la nostra identità e che si poteva risparmiare ai suoi concittadini e anche alle casse del comune» .

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