La Nuova Sardegna

Olbia

IL CONVEGNO

Disturbi psichici, scatta l’allarme

Disturbi psichici, scatta l’allarme

La disoccupazione è una delle cause più frequenti di depressione

11 ottobre 2016
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OLBIA. Anche Olbia celebra la giornata mondiale sulla salute mentale e lo fa parlando di disturbi psichici a 360 gradi. A organizzare il dibattito che si è tenuto ieri mattina all’Expo, sono state Maria Efisia Meloni (responsabile scientifico) e Rina Pileri, presidente dell’associazione Isola Madre e corresponsabile scientifico. Al loro fianco, Patrizia Desole (che guida il centro antiviolenza Prospettiva Donna), Patrizia Bigi (assessore ai Servizi Sociali) e Maria Luigia Ligios (neuropsichiatra infantile).

Maria Efisia Meloni ha sottolineato come la salute fisica non possa prescindere da quella mentale. «I disturbi psichici - ha spiegato - spesso sono legati a eventi (come la disoccupazione) che vengono considerati da chi li vive come un fallimento. Nascono così i sensi di colpa o la vergogna: tutte emozioni che danno origine alla depressione. Nello stesso tempo i disturbi psichici possono nascere a seguito di malattie o per l’uso di droghe. E’ per questo che i servizi di salute mentale dovrebbero fare dei protocolli col Comune e con le associazione, per aiutare i pazienti ad avere uno stile di vita più sano o per garantire loro la riabilitazione».

La sinergia è una parola d’ordine anche per Prospettiva Donna. «L’80% delle donne che hanno problemi psichici, hanno subìto violenza, soprattutto domestica. Un dato allarmante - ha detto Patrizia Desole - che conferma quanto sia importante percorrere strade parallele. Ci sono le cure sanitarie da una parte, ma la donna vittima di violenza deve essere soprattutto accolta, rassicurata, sostenuta, con l’obiettivo di restituirle quella vita serena che le è stata strappata via. Ecco perché è fondamentale il lavoro d’équipe».

Secondo Rina Pileri, che ha dedicato il suo intervento all’elaborazione del lutto nell’aborto, la donna deve essere soprattutto ascoltata. «Della solitudine della donna nessuno si occupa e le strutture preposte sono inadeguate. Se una donna, anche a 90 anni, ti racconta di aver avuto un aborto, è perché non ha mai elaborato il lutto e soprattutto perché non c’è nessuno che l’ha ascoltata. La minorenne viene spesso minacciata, la donna che non ha forza nella coppia si chiude in se stessa e questa situazione causa conseguenze gravi sulla salute fisica e psichica. La soluzione quindi è l’ascolto: che deve arrivare dalla sanità, dalle istituzioni e dalla famiglia».

Anche l’assessore Patrizia Bigi si è resa conto di persona di quanto i disturbi psichici siano un problema sociale. «Da quando sono diventata assessore, sto spesso a contatto con persone duramente provate dai problemi economici e dalla perdita del lavoro. Non ci vuole nulla a cadere in depressione e credo anche io che per affrontare patologie così problematiche si debba percorrere una strada comune». Al convegno (patrocinato da Asl, Comune e Sip) sono intervenuti il direttore del Centro di Igiene Mentale Ehrhardt Amadeus e il neurologo Antonangelo Corradduzza. (s.p.)

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