La Nuova Sardegna

Olbia

LA MEMORIA

Un’aula di un liceo romano intitolata alla docente Milena Rombi

Un’aula di un liceo romano intitolata alla docente Milena Rombi

TEMPIO. Se esistesse il “docentometro”, un ipotetico strumento con il quale si potrebbe misurare l’apprezzamento di un insegnante da parte dei suoi studenti, lei, Milena Rombi, docente tempiese...

31 gennaio 2017
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TEMPIO. Se esistesse il “docentometro”, un ipotetico strumento con il quale si potrebbe misurare l’apprezzamento di un insegnante da parte dei suoi studenti, lei, Milena Rombi, docente tempiese recentemente scomparsa, verrebbe promossa a pieni voti. Lo dimostra lo straordinario ricordo con il quale, a pochi mesi dalla morte, è stata ricordata nel suo liceo romano, il “Vivona”, nel quale insegnava da diversi anni storia e filosofia. Nel giorno della Memoria della Shoah, evento nella cui organizzazione profondeva sempre il massimo delle sue energie, l’intera comunità scolastica del liceo Vivona l’ha voluta ricordare dedicandole uno degli ambienti della scuola. Non uno spazio qualsiasi, ma un ambiente in cui la didattica dovrebbe fondersi con la creatività degli studenti. Uno di quegli spazi di cui lei, Milena Rombi, immaginava dovesse essere fatta soprattutto la scuola.

Docente amatissima, apprezzata per le sue rare qualità umane e professionali, Milena Rombi è stata un autentico mito per i ragazzi del Vivona. Lo si capisce dalle parole che le hanno dedicato in occasione del funerale e dalla commozione con la quale, presente la dirigente scolastica Daniela Benincasa e i familiari, hanno seguito la cerimonia di intitolazione del laboratorio didattico dedicato alla loro amata professoressa.

Diplomatasi al “Dettori” di Tempio, dopo la laurea in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, ha conseguito la Specializzazione scientifica in Storia del Novecento presso “Tor Vergata” e il dottorato di ricerca in Pedagogia sperimentale alla Sapienza. È stata un’acuta studiosa dei processi della memoria legati alle vicende dell’ultimo secolo. Una passione culminata nella redazione di un saggio molto apprezzato per le sue rilevanti ricadute nella didattica. Ai suoi studenti, come gli stessi hanno ricordato in una serie di lettere e riflessioni ora raccolte in un libretto commemorativo, era solita dire che le crisi non sono mai vane e senza soluzione. «È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze»: queste parole sono diventate una massima per gli studenti che l’hanno conosciuta e che vedevano in lei un esempio mirabile di coerenza e coraggio.

Doti sottolineate anche dalla figlia Diana. «Mia madre - ha dichiarato durante la cerimonia di intitolazione - teneva particolarmente a voi ragazzi, alle sue classi. Quello che ripeteva sempre a me e a mio fratello era che la sua vera anima veniva fuori in classe e che le dispiaceva che noi non potevamo vedere quanto lei si spendesse per il suo lavoro. Lei donava tutta sé stessa al suo lavoro, studiava continuamente. Noi la capivamo e l’ammiravamo, era un esempio di forza di volontà». (g.pu.)

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