La Nuova Sardegna

Olbia

Gulli lascia il timone, a Olbia salvò la fabbrica del tonno

di Giandomenico Mele
Vito Gulli
Vito Gulli

Il manager cede il comando della Generale Conserve. Con il brand As do Mar rilevò lo stabilimento ex Palmera

04 febbraio 2017
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OLBIA. Senza la sua visione, il suo coraggio e l'innato fiuto imprenditoriale, della fabbrica del tonno di Olbia rimarrebbero soltanto le macerie. Lui, Vito Gulli, 65 anni di Genova, è colui che ha salvato un pezzo di storia dell'economia di Olbia dal disastro della Palmera. Mentre il marchio andava alla multinazionale Bolton, lui nel 2008 arrivò in città portando il suo brand As do Mar, scommettendo sulla professionalità di chi aveva lavorato per tanti anni in quella fabbrica e aprendo un nuovo stabilimento.

Ieri una pagina della storia imprenditoriale di Olbia e della Sardegna si è chiusa. Con un secco comunicato stampa è stato reso noto quanto negli ambienti si sussurrava da qualche mese: Vito Gulli ha ceduto la totalità della quota azionaria nella Generale Conserve Spa, la società che con il marchio As do Mar ha trasformato in stella di prima grandezza nel mercato del tonno italiano. A prendere in mano il timone industriale del gruppo è Adolfo Valsecchi, manager di grande esperienza nel settore ittico, quasi 20 anni proprio in Palmera, che nel 2014 era entrato acquisendo prima il 45% e poi salendo fino al 74% delle quote della holding Generale Conserve.

La solidità finanziaria del gruppo dovrebbe essere garantita dall'ingresso di alcuni fondi di private equity, investitori finanziari che puntano a rendere remunerativa la scelta di puntare su determinate aziende. «Non possiamo aggiungere una parola a quanto scritto nel comunicato», spiega Ruggero Bogoni, consigliere delegato Generale Conserve e storico braccio destro di Gulli a Olbia. Gulli lascia, ma il tonno resta.

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Il futuro di Olbia. Si pone un interrogativo sul futuro della fabbrica di Olbia, il progetto industriale sul quale Gulli aveva deciso di investire. La Generale Conserve aveva comunicato di recente l'acquisizione dell'area ex Taras (azienda di trasporti) in zona industriale, accanto all'attuale stabilimento, per costruire una grande cella frigo dove stoccare più quantità di materia prima e consentire un maggiore spazio per il deposito delle quantità di magazzino, che permette di poter effettuare i carichi diretti del prodotto da Olbia, senza farlo più transitare in un altro stabilimento del nord Italia.

Assunzioni. Ora che Gulli abbandona la sua creatura, quale sarà il progetto industriale? Si seguirà una linea di continuità? Domande decisive, perché questa storia di successo proietta le immagini di posti di lavoro salvati e altri creati. Nel 2008 la ex Palmera aveva collocato in cassa integrazione 140 dipendenti, altri 40 erano stati messi a riposo forzato. Dopo l'arrivo di Vito Gulli, i dipendenti della ex Palmera erano stati riassorbiti, poi seguirono le nuove assunzioni: ora i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono circa 200. Nei periodi di punta della produzione si aggiungono anche 160 stagionali, per un organico di circa 360 unità per 6-8 mesi all'anno.

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