La Nuova Sardegna

Olbia

Il sub in immersione tradito da un infarto

Il sub in immersione tradito da un infarto

Il figlio: «D’un tratto abbiamo capito che qualcosa non andava, lo abbiamo tirato su immediatamente ma era già morto»

13 marzo 2017
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OLBIA. Un infarto improvviso non gli ha lasciato scampo. E’ morto così, in mare, mentre faceva come sempre il suo lavoro, Gianni Isoni, 59 anni, pescatore professionista originario di Golfo Aranci ma da anni residente con la famiglia a Olbia. L’analisi dell’attrezzatura e l’esame esterno del cadavere non ha lasciato spazio ad alcun dubbio, tanto che il corpo dello sfortunato pescatore è stato restituito dall’autorità giudiziaria ieri ai familiari, escludendo quindi l’ipotesi, avanzata in un primo momento, di un possibile esame autoptico. La famiglia, colpita in maniera profonda dal dolore immenso per la scomparsa di Gianni Isoni, ha così potuto fissare la data dei funerali. L’ultimo saluto dunque, è previsto per questa mattina, alle ore 10 nella parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi, nella via omonima, non molto lontana dalla casa dove vive la famiglia Isoni, in via Belgrado, a Sa Minda Noa.

L’uomo, espertissimo sub, era sceso con le bombole in acqua nei pressi dell’isola di Tavolara, in piena Area marina protetta, sabato mattina. Un controllo alle reti per la cattura dei pesci. Sulla barca il figlio Paolo e il fratello della vittima Umberto. Con il passare dei minuti, e vedendo che Gianni non riemergeva, i due si sono preoccupati. «E’ stato colpito da un infarto – dice ora con un filo di voce il figlio Paolo –. Non ci sono dubbi. Quando abbiamo capito che evidentemente sotto era successo qualcosa, io e mio zio abbiamo tirato su la rete. Lui, papà, era attaccato lì, fermo immobile. L’abbiamo tirato a bordo e contemporaneamente chiesto aiuto chiamando con i cellulari. Purtroppo però lui era già morto».

Sono stati attimi terribili. Perché la speranza che si potesse fare ancora qualcosa è rimasta in piedi sino all’arrivo dei soccorsi. Il corpo del pescatore è stato portato a riva. Sulla banchina del porticciolo di Porto San Paolo l’ambulanza del 118, allertata insieme a un’auto della protezione civile e i carabinieri. Mobilitazione purtroppo inutile. Il corpo è stato trasportato al vecchio cimitero di via Roma dove poi ieri è stato portato nell’abitazione di famiglia.

Gianni Isoni era un pescatore molto esperto. Bravo e scrupoloso. Era uno dei pochi a poter operare all’interno dell’Area marina protetta, dove vigono ferree regole per la pesca. Operava sia nella zona B che in quella C, aree riservate a pescatori professionisti la prima, con attrezzi selettivi e che non danneggino i fondali, e a tutti i pescatori nella zona C. Purtroppo nonostante l’esperienza, Gianni Isoni nulla ha potuto con il malore improvviso che lo ha colpito portandolo a una morte praticamente istantanea. (en.g.)

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