La Nuova Sardegna

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Monte Acuto: no al piano di riordino territoriale

di Giuseppe Mattioli
Monte Acuto: no al piano di riordino territoriale

MONTI. No, allo schema del Piano di riordino territoriale degli enti locali proposto dall’assessore Erriu, che prevede la suddivisione del territorio dell’ex provincia Olbia-Tempio in due ambiti: uno,...

14 marzo 2017
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MONTI. No, allo schema del Piano di riordino territoriale degli enti locali proposto dall’assessore Erriu, che prevede la suddivisione del territorio dell’ex provincia Olbia-Tempio in due ambiti: uno, comprende l’Unione dei comuni Alta Gallura e Gallura e i comuni di Olbia e Golfo Aranci, l’altro la Comunità Montana “Monte Acuto” e l’Unione di comuni Riviera di Gallura. Dopo che l’Anci ha trasmesso a tutti i comuni della Sardegna, ai primi di marzo, uno schema di deliberazione della giunta regionale, con allegata cartografia, relativa all’adozione del Piano di riordino territoriale, con l’ipotesi di suddivisione del territorio sardo in ambiti ottimali, la proposta dell’assessorato degli enti locali, in merito all’ex provincia Olbia-Tempio che comprendeva la Cm Monte Acuto non è proprio andata giù. Durante l’assemblea Anci, svoltasi di recente, ad Oristano è stato affrontato il problema. Andrea Nieddu, presidente della Cm “Monte Acuto” e sindaco di Berchidda, intervenendo, ha ribadito il no alla proposta «Dobbiamo ricostruire un’autonomia persa sia in termini di competenze e risorse, sia di geografia – ha detto –. La configurazione ipotizzata per il Monte Acuto non è accettabile e men che meno comprensibile, dato che non si può avere uno sviluppo armonico escludendo le dinamiche sia di Olbia, sia dell’Alta Gallura. Ribadiamo che l’ambito ottimale coincida con l’ex provincia di Olbia-Tempio». Insomma, si rivendica l’autonomia per una nuova provincia allargata, sottratta dal referendum, che mal si concilia con il piano di riordino e gli interessi delle popolazione del nord Sardegna. Del problema se n’è discusso anche in seno alla giunta comunitaria. «Il ritorno sotto Sassari – secondo il presidente, che parla a nome della giunta – è un errore antistorico. Bisogna pensare una provincia che comprenda oltre la Gallura altri territori quali Goceano, Logudoro e Anglona. Una vasta area solida, diversificata economicamente che nasca con il consenso dei territori». Totale contrarietà è stata espressa dai sei sindaci del Monte Acuto (Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò, Monti, Oschiri e Padru) in sintonia e d’accordo sul fatto che il territorio del Monte Acuto e dell’Unione Riviera di Gallura non possa che far parte di un ambito che ricomprenda anche i comuni di Olbia e Golfo Aranci e quelli dell’Unione della Gallura. Su questa basi è arrivata una proposta: il presidente Nieddu ha indirizzato una lettera ai presidenti dell’Unione Alta Gallura, Riviera di Gallura e Unione Gallura, ai venti sindaci dei comuni galluresi e al presidente dell’Anci Sardegna– chiede «un incontro al fine di trovare una soluzione condivisa da tutti i comuni interessati e individuare un unico ambito omogeneo».

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