La Nuova Sardegna

Olbia

san teodoro

Sagome e vestiti da sposa contro la violenza

Sagome e vestiti da sposa contro la violenza

Venerdì in piazza Gallura la performance artistica partita dagli Usa “Don’t touch my brain”

16 aprile 2017
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SAN TEODORO. L’arte come strumento di lotta collettivo contro il femminicidio e la violenza in tutte le sue forme. Sagome di donne e uomini segnate per terra col gesso e abiti da sposa appesi al balcone: immagini forti per scuotere le coscienze e sollecitare cittadini e istituzioni a costruire una società non violenta. “Don’t touch my brain”, “Non toccare la mia mente” è una performance artistico-ambientale contro la violenza, nata in Sardegna e “Made in Usa”: è partita dagli Stati Uniti, ha attraversato l’Europa e arriverà in Sardegna, a San Teodoro, grazie all’idea della fotografa Sebastiana Falchi Martinez, nata a Sassari ed emigrata in California, e dell’artista Nietta Condemi De Felice, di Nuoro. «L’obiettivo – spiegano – è quello di spaccare in due quell’armatura ereditata dai nostri avi, madri, padri e nonni fatta di vergogna e omertà rispetto alla violenza domestica e nella società, con la collaborazione di tutti». Tutti infatti possono partecipare a “Don’t touch my brain” disegnando la sagoma del proprio corpo a terra (a rappresentare i rilievi della Scientifica dopo un omicidio), o esponendo dal balcone di casa il proprio abito da sposa o da sposo: emblemi di un amore troppo spesso macchiato dal sangue del femminicidio e di altre violenze. I partecipanti dovranno scattare una foto della propria sagoma o del vestito e pubblicarla sulle pagine Facebook e Instagram dedicate all’evento scrivendo “Ci sono anche io Don’t touch my brain” con nome, cognome e città. La performance è decollata il 17 marzo in California. L’evento clou sarà a San Teodoro, il 21 aprile (patrocinato dal Comune). A partire dalle 9, in piazza Gallura, verranno allestite finestre e poggioli con abiti da sposa usati, mentre gli studenti segneranno a terra le sagome. In serata il convegno “La violenza e gli effetti collaterali sugli affetti e sulla società”. Interverranno l’antropologo Bachisio Bandinu, la naturopata Patrizia Cossu, la giornalista Carmina Conte, la scrittrice Giovanna Mulas, l’avvocato Mariagrazia Corrias, la psicologa Carla Concas e la presidentessa del Centro antiviolenza di Olbia Patrizia Desole. Letture di Giovanni Carroni e Annalisa Uda, poesie di Marella Giovannelli. (t.s.)

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