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Sciola, lo scultore che ha amato la Gallura

Sciola, lo scultore che ha amato la Gallura

TEMPIO. Tanti studenti hanno seguito il primo appuntamento della rassegna di convegni sull’arte organizzata dal Liceo “De André” in collaborazione con il Comune. Un progetto condiviso dalla scuola e...

22 aprile 2017
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TEMPIO. Tanti studenti hanno seguito il primo appuntamento della rassegna di convegni sull’arte organizzata dal Liceo “De André” in collaborazione con il Comune. Un progetto condiviso dalla scuola e dall’amministrazione cittadina per diffondere la testimonianza di quegli artisti che hanno avuto (e in molti casi continuano ad avere) un rapporto particolare con Tempio e la Gallura.

Ieri, a inaugurare il ciclo di conferenze è stata Maria Sciola, figlia di Pinuccio Sciola, l’artista di San Sperate che ha lasciato in eredità a Tempio cinque opere da preservare. Ma anche da valorizzare, in realtà, perché, come ha dichiarato l’assessore comunale alla Cultura Giannetto Addis, l’amministrazione starebbe valutando la possibilità di trasferire in un altro sito cittadino le tre sculture presenti a Rinaggiu. Una decisione che dovrà essere attentamente ponderata.

Il convegno è stato moderato dal dirigente scolastico del “De André” Maria Chiara Demuro, che ha sottolineato il ruolo della scuola che presiede nella promozione territoriale di eventi e attività legate al mondo dell’arte. Di grande interesse è stata la relazione della storica dell’arte e docente della scuola, Anna Bianco, che, dissertando su primitivismo e senso e ricerca dell’identità, ha fatto luce sulla figura di uno Sciola impegnato in una sorta di viaggio a ritroso nella fruttuosa ricerca delle radici. Altri aspetti dello stile e della biografia di Sciola sono stati illustrati dagli architetti Luigi Stazza e Antonio Menicucci: il primo ha presentato un video del 2014 sul conferimento di un importante premio all’artista di San Sperate; il secondo ha ricordato le tante esperienze professionali condivise con Sciola, compresi alcuni recenti progetti. Un ritratto affettivo dell’artista ed emotivamente molto partecipato è quello che ha proposto la figlia Maria. È lei la principale destinataria dell’eredità di Sciola, per preservare e valorizzare la quale è nata la Fondazione di cui fa parte. Le sue parole, il suo stile molto diretto e colloquiale hanno fatto breccia negli studenti che, grazie forse alla conferenza di ieri, hanno iniziato a scoprire la figura di uno degli artisti sardi contemporanei che più di tutti ha contribuito a costruire l’immagine di un’isola che sa dare voce anche all’inorganico. (g.pu.)

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