La Nuova Sardegna

Olbia

Vertice sulla carità, critiche di don Tamponi

Vertice sulla carità, critiche di don Tamponi

Il parroco della cattedrale interviene dopo un incontro pubblico: «Si sono notate delle assenze»

14 maggio 2017
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TEMPIO. C’è un po’ di polemica sulla carità, tema scelto dal vescovo per caratterizzare la diocesi di Tempio, e su alcune assenze a una riunione in cui se ne doveva parlare. Don Antonio Tamponi, parroco della Cattedrale, attualmente assente da Tempio per motivi di studio, ha ricevuto alcune osservazioni dopo che, in televisione, proprio su questo tema aveva invitato i soggetti interessati alla carità a «essere più attenti, più umani e meno burocrati”. Ora risponde e precisa. Lo fa qualche giorno dopo che il vescovo ha nominato un vicedirettore della Caritas diocesana - don Marco Bilewski, che affiancherà il direttore don Giovanni Pittorru - e aver nominato lo stesso don Marco Bilewski a presidente dell’associazione “Voce Amica” del Centro di Ascolto diocesano in sostituzione proprio di don Antonio Tamponi, dimessosi a causa dei suoi molteplici e gravosi impegni.

“Le decisioni di monsignor Sanguinetti - precisa don Antonio Tamponi - dimostrano con quanta forza e concretezza il vescovo stia procedendo sulla strada della carità. Un tema a lui troppo caro e al centro del suo operare, tanto da indurlo a scegliere nuovamente la carità come tema di provocazione della sua ultima Lettera pastorale, diramata in occasione dei venti anni del suo episcopato. La carità - continua don Tamponi, rispondendo indirettamente alle critiche ricevuta - è una motivazione che, a parole, ci vede tutti pronti a darle consenso. In verità è un intervento creativo e scomodante del cristianesimo. Creativo perché si possono fare infinite opere a vantaggio di molti. Scomodo perché è politicamente scorretto. Sceglie sempre cioè,chi è in pericolo». Poi don Tamponi precisa meglo il suo pensiero. «Quando convochi le autorità politiche, i i Servizi sociali, le forze di volontariato - dice don Tamponi - si vedono le molte “presenze”. Il popolo però conta anche le “assenze”. Farle notare disturba. Mettersi in gioco fa esporre moltissimo la persona in prima linea nelle decisioni da prendere. Le fa ricevere molti grazie, ma gli inimica anche coloro che, comportandosi in maniera diversa, sono incapaci di operare caritatevolmente. La carità - conclude don Tamponi - è da fare non solo non volendo nulla in cambio, ma aspettandosi anche le “certe contrarietà”, come ricorda il capitolo 10 del Vangelo di San Matteo». (a.m.)

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