La Nuova Sardegna

Olbia

A pesca col “seapass” 56 finti residenti

di Giampiero Cocco
A pesca col “seapass” 56 finti residenti

La Maddalena, la capitaneria di porto li ha scoperti e denunciati. Per 18 di loro è scattata anche una inchiesta per falso

12 luglio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





LA MADDALENA. I furbetti della lenza e gli scrocconi del parco nazionale dell’arcipelago maddalenino sono stati scoperti e denunciati dagli uomini della capitaneria di porto di La Maddalena. Nella rete della “Operazione trasparenza”, dalla nitidezza delle acque dell’arcipelago, sono rimasti impelagati e segnalate alla magistratura 56 persone che, nel corso degli anni, hanno usufruito del seapass, l’autorizzazione riservata ai soli residenti e che consente di per poter entrare con imbarcazioni nell’area marina protetta ed effettuare battute di pesca, a bolentino o subacquea. Per 18 di queste persone è scattata anche la denuncia penale per dichiarazioni mendaci e falso in atto pubblico avendo dichiarato, in più riprese e nel corso degli anni che vanno dal 2013 ad oggi, d’essere residenti alla Maddalena e quindi ottenere il prezioso seapass per girare liberamente tra le isole. Un pescatore subacqueo è stato multato di 1000 euro per essersi immerso in zona protetta.

«I controlli della guardia costiera, coadiuvata dagli addetti al parco – ha spiegato ieri Leonardo Deri, comandante della capitaneria di porto e commissario straordinario dell’Ente parco – sono stati effettuati, di concerto con la direzione marittima di Olbia, su tutti coloro che, a pieno titolo, hanno accesso a pieno titolo nel compendio marino del parco. In molti casi abbiamo riscontrato le illegalità già segnalate all’autorità giudiziaria».

Il trucchetto per ottenere l’esclusivo seapass – che permette ai soli residenti della Maddalena di entrare liberamente con le loro imbarcazioni nell’area marina senza il pagamento di alcun ticket, nonché l’autorizzazione alla pesca nelle zone consentite, un privilegio più unico che raro – era semplice. Molti “turisti” con residenza nell’isola dell’arcipelago chiedevano il cambio di residenza e, dopo che l’istruttoria dell’ufficio anagrafe andava a buon fine con i controlli di verifica effettuati dalla polizia municipale, ottenevano la residneza esi presentavano, con il nuovo certificato, negli uffici dell’Ente parco per ottenere il sospirato seapass. Una volta ottenuta la prima autorizzazione annuale per quelle successive era sufficente, per il rinnovo annuale, una autocertificazione. In ben 56 casi la residenza era stata riportata al paese di origine, ma i furbetti dell’arcipelago continuavano a godere dei privilegi dei “nativi”: Sin quando qualcuno di questi abusi non ha fatto la voce grossa, del genere “lei non sa chi sono io” c he ha fatto avviare le verifiche agli uomini guidati dal comandante Leonardo Deri. Il cui compito non è ancora esaurito. Restano da controllare gli anni che vanno del 2009 al 2011, e sugli otre duemila permessi rilasciati si suppone che ci saranno tantissime sorprese.

Nel frattempo gli impiegati dell’Ente parco, al quale la capitanerie di porto ha trasmesso gli elenchi degli “abusivi” ha provveduto a sospendere le autorizzazioni già rilasciate per quest’anno e sono in corso le revisioni per i nuovi rilasci annuali, per i quali sarà necessario presentare il certificato di residenza rilasciato in data non superiore a tre mesi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative