La Nuova Sardegna

Olbia

La Cgil: «Appalti asili nido niente tagli al lavoro»

La Cgil: «Appalti asili nido niente tagli al lavoro»

Il passaggio diretto dei dipendenti alla nuova gestione non sarebbe rispettato «È previsto dal contratto nazionale. Pronti ad affrontare una dura battaglia» 

16 luglio 2017
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OLBIA. La gestione dell’appalto degli asili nido suscita una presa di posizione da parte della Funzione pubblica Cgil, che contesta la manca di garanzie per i posti di lavoro. «Ancora una volta – denuncia Luisella Maccioni, segretaria territoriale della Funzione pubblica Cgil – il mondo degli appalti pubblici evidenzia il cambio di rotta delle politiche sul lavoro e sui servizi al cittadino, si è passati dalla centralità del lavoratore e del servizio alla centralità dell’impresa e al suo relativo profitto».

In questo scenario si inserisce la “rivelazione”, come la definisce la sindacalista, fatta alcuni giorni fa sull’appalto degli “asili nido” di Olbia, dove partendo dal nuovo regolamento sugli appalti del 2016 e da delibere dell’ Anac, non si dovrebbe attuare (se non in percentuale, il meccanismo noto come “passaggio diretto”, «una regola da noi ricercata e non trovata né nel capitolato d’oneri né nelle norme nazionali». Quella che per il sindacato è «la clausola sociale a garanzia dell’occupazione e di rispetto del Contratto nazionale di lavoro».

Così, denuncia Luisella Maccioni, «il colpo di maglio di una legislazione non mirata alla tutela e salvaguardia dell’occupazione si abbatte sulla città di Olbia e sulla Gallura colpendo, come sempre, un settore tra i più deboli e meno tutelati: quello della cooperazione». Non ci saranno tuttavia cedimenti. «Deve essere chiaro che su questa battaglia il sindacato e le lavoratrici non hanno l’intenzione di essere spettatori passivi di un interpretazione riduttiva del regolamento sugli appalti». La reazione sarà immediata, annuncia la sindacalista: «Fin d’ora avvieranno tutte le iniziative sindacali mirate alla tutela dei livelli occupazionali; partendo da una richiesta immediata d’incontro al Comune di Olbia per chiarire, soprattutto, da cosa viene supportata la pecentualizzazione della clausola sociale, visto che nello stesso capitolato d’oneri si afferma, all’articolo 11 “Al fine di garantire la continuità occupazionale degli attuali dipendenti svolgenti il servizio, la ditta aggiudicatrice, laddove previsto dalle norme di legge o dal Ccn, dovrà garantire l’assorbimento del maggior numero di addetti e comunque non inferiore a quanto stabilito dalla normativa vigente». L’obiezione della Maccioni è netta: «O il Comune di Olbia è più realista del re oppure la politica degli annunci diventa sostanziale nella gestione dell’occupazione». Le conclusioni alle quali arriva la sindacaloista preannunciano battaglia: «A questo gioco i lavoratori non ci stanno, non foss’altro perché lo stesso richiamo alla legge e a Ccnl demanda alla contrattazione e al rapporto tra lavoratori e azienda l’applicazione della clausola sociale, un ulteriore cedimento aggraverebbe ancora di più l’attacco che si sta portando al mondo del lavoro, soprattutto all’occupazione negli appalti pubblici con il tentativo di ridisegnare a favore esclusivo delle aziende il rapporto con i lavoratori».

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