La Nuova Sardegna

Olbia

Pronto soccorso, una notte da incubo

di Marco Bittau

Non c’è il radiologo e un turista di 73 anni aspetta dieci ore prima del ricovero in ospedale per una lesione al femore  

14 agosto 2017
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OLBIA. Dopo una notte di bivacco al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II due coppie di turisti romani ricorderanno come un incubo il loro primo giorno di vacanza in Sardegna. Una notte intera d’attesa in un lettino dell’astanteria con un femore rotto aspettando un medico radiologo che non arriva mai. Poi il ricovero nel reparto, ma sono ormai le 11 del mattino e a quel punto esplode la rabbia.

Protagonisti della disavventura sono quattro turisti romani, due coppie, appena arrivati in Gallura, a Palau, per trascorrere le vacanze. Neanche il tempo di scaricare i bagagli e a tarda sera »uno dei quattro, un uomo di 73 anni, cade e si fa male (una lesione al collo del femore, si scoprirà poi). Il primo impatto con il sistema sanitario gallurese è la guardia turistica di Palau, subito dopo l’incidente. «Neppure ci aprivano la porta – racconta Renato Longo trattenendo a stento la rabbia – in servizio c’erano due medici, ma evidentemente entrambi riposavano e nessuno rispondeva alla chiamata». Alla fine i quattro turisti riescono a farsi ricevere in guardia medica da dove escono poco dopo in ambulanza con la prescrizione di una radiografia urgente per una sospetta lesione al femore. Direzione Olbia, pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II.

Sarebbe già abbastanza per rovinare una vacanza, ma il peggio doveva ancora venire. I quattro arrivano al pronto soccorso verso la mezzanotte e a quel punto inizia il calvario dell’attesa di un radiologo che non arriva mai. «Non arriva per tutta la notte – racconta ancora Renato Longo, furibondo – e siamo stati costretti a bivaccare nell’astanteria o nell’auto parcheggiata fuori dall’ospedale. Una notte da incubo che il nostro amico dolorante ha trascorso in un lettino. La cosa davvero incredibile è che nessuno ci ha informato di nulla. Sarebbe bastato non prenderci in giro e dirci subito che il medico sarebbe arrivato l’indomani mattina e noi ci saremo trovati una sistemazione più confoprtevole. Invece, nel silenzio generale siamo rimasti lì ad aspettare in condizioni di estremo disagio. Basti pensare che la radiografia è stata effettuata soltanto alle 10 del mattino e il medico radiologo, dopo averla vista, ha disposto il ricovero in ospedale alle 11. Una cosa vergognosa per un paese civile». «In preda alla rabbia – aggiunge Longo quasi con la voce rotta dall’agitazione – siamo anche andati alla polizia per presentare una denuncia, ma ci è stato spiegato che il servizio di pronto soccorso funziona così e che, in pratica, sarebbe stato tutto inutile».Sconfortati e impotenti di fronte all’incredibile vicenda i quattro malcapitati turisti adesso stanno recuperando il filo di una vacanza iniziata male e finita peggio. Un bagno nei disservizi sanitari invece che nel mare color smeraldo della Gallura.

@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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