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Olbia

Olbia, la storia di Manlio, amante del kayak e del kitesurf: «Liberi anche se in carrozzina»

Serena Lullia
Olbia, la storia di Manlio, amante del kayak e del kitesurf: «Liberi anche se in carrozzina»

Manlio Buselli rivendica la possibilità di fare sport in modo autonomo, ma in tutto il nord Sardegna nessun lido è attrezzato

21 agosto 2017
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OLBIA. Rivendica il diritto a essere libero. Libero di andare al mare da solo, sfidare le onde con il kitesurf, scivolare in acqua con il kayak senza l’assistenza di nessuno. Divertirsi come qualsiasi ragazzo della sua età. Perché per Manlio Buselli, 44 anni, libertà significa dignità e anche felicità. Diritti che spettano anche a chi sta seduto su una carrozzina da 23 anni come lui.

La storia di Manlio fa a brandelli il velo di ipocrisia che viene steso quotidianamente sul mondo della disabilità. Perché si parla tanto di abbattere le barriere architettoniche su strade, edifici, spiagge, ma quelle culturali sono le più toste da demolire. Non esiste un solo lido in tutto il nord Sardegna che consenta a chi sta in carrozzina di raggiungere il mare e fare il bagno in totale autonomia. Figuriamoci fare kayak o kitesurf. Basterebbe una manciata di metri quadri su un solo litorale della Gallura per far vivere un’estate indipendente, di sport e nuoto, anche a chi non ha più l’uso delle gambe. La verità è che le poche passerelle sulla sabbia che esistono, spacciate come grande conquista di civiltà, sono più un anestetico per le coscienze delle istituzioni che un reale passo avanti per i diritti dei disabili. Ma Manlio non si è arreso. E per compensare l’assenza di strutture che lo rendano libero ha cominciato a costruirle da solo.

Diritto a divertirsi. Manlio ha 44 anni. Occhi astuti, parlata svelta, diretta e graffiante. A 21 anni un errore medico lo priva dell’uso delle gambe. «Ma sono stato fortunato – racconta –. Posso usare tutto il resto del corpo e con quello che ho vorrei potermi divertire come tutte le altre persone. Non chiedo nulla di più. Solo di poter andare al mare da solo, di fare sport da solo. Rispetto agli altri è solo un discorso di velocità. In carrozzina ci impiego più tempo, ma ci arrivo». Quest’anno ha comprato un gommone e dopo 20 anni ha fatto il bagno in mare da solo. «In spiaggia ho sempre bisogno che qualcuno mi porti in acqua e mi aiuti a uscire. Io le cose voglio farle da me», dice. Manlio ha sempre amato gli sport sulle onde e ha deciso di non rinunciarci nemmeno nella sua seconda vita. Perché il silenzio del mare sa essere un balsamo dell’anima. Ti riempie di libertà, di voglia di vivere. Nei primi anni in carrozzina Manlio fa sci nautico. 7 anni fa si dedica al kayak ma la sua sfida è farlo da solo, senza che nessuno lo aiuti.

I prototipi fai da te. «Perché non sono né un sacco di patate né ho il manico dietro la schiena come una valigia – commenta con una ironia che spiazza –. Ho cominciato con un kayak su due carrellini che erano una vera trappola. Poi con un amico ho costruito uno scivolo che mi permette di passare dalla carrozzina alla canoa da solo e di raggiungere l’acqua in autonomia. Parliamo di una struttura di 10 metri e mezzo di lunghezza totale, 3 metri a terra, il resto in acqua». Lo scivolo per un po’ di tempo è stato ospitato al Circolo canottieri, ma avrebbe bisogno di una postazione fissa per consentirne l’uso sempre, non solo d’estate. La Lega navale di Porto san Paolo ha presentato un progetto per piazzarlo vicino alla sua sede. Tra l’altro può essere usato da chiunque, non solo dai disabili. Non trovando nessuno in città che gli desse una mano a realizzare i suoi prototipi, Manlio ha deciso di fare da sé. Ha studiato due mesi materiali e tecniche di saldatura. Poi ha assemblato le sue conoscenze con i rudimenti imparati da ragazzino guardando il padre. E dopo lo scivolo è nato un altro progetto: un ascensorino a manovella che gli permette di calarsi a mare in canoa da un pontile in totale autonomia. Il prototipo, testato alla Lega navale di Olbia, ha dimostrato la sua validità. «Cose semplici che funzionano perché testate da chi si trova in una reale condizione di limitazione motoria”, commenta. Due anni fa, da vero guerriero, Manlio si lancia in una nuova doppia sfida. Domare le onde e il vento con il kitesurf. Ci prova alla Cinta di San Teodoro insieme all’amico Alessandro, istruttore di questo sport. E si scontra con la prima difficoltà. Raggiungere il centro kite in carrozzina. «Ho preso un catamarano, l’ho risistemato e gli ho saldato sopra un seggiolino – conclude Manlio –. L’ho usato solo due volte, non è molto funzionale. Ma non mi arrendo».
 

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