La Nuova Sardegna

Olbia

Nove morti: oggi l’atto d’accusa del pm

di Giampiero Cocco
Nove morti: oggi l’atto d’accusa del pm

Il procuratore Fiordalisi concluderà la sua requisitoria contro due ex sindaci e quattro funzionari comunali e provinciali

04 settembre 2017
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OLBIA. Si apre questa mattina la fase finale del processo per i morti e i disastri causati dal passaggio del ciclone Cleopatra, un evento che ha portato a giudizio due sindaci e quattro responsabili, a diverso titolo della protezione civile in Gallura. Sarà il presidente del collegio giudicante Gemma Cucca, attuale primo presidente della corte d’appello di Cagliari ma applicata a Tempio per concludere il procedimento penale da lei avviato, a dare la parola a un altro magistrato già trasferito ad altra sede, l’ex procuratore capo della Repubblica di Tempio Domenico Fiordalisi, che il giorno 11 settembre prenderà possesso del suo nuovo incarico di consigliere nella sezione giudicante della Cassazione, a Roma.

Domenico Fiordalisi da giorni sta preparando gli atti finali di un processo da lui avviato e portato avanti contro gli ex sindaci di Olbia e Arzachena Gianni Giovannelli e Alberto Ragnedda e i quattro dirigenti di area tecnica e di protezione civile del comune di Olbia e dall’ex provincia di Olbia-Tempio. I funzionari del comune di Olbia a giudizio sono Antonello Zanda, Gabriella Palermo e Giuseppe Budroni, oltre al tecnico della ex provincia Tempio Olbia Federico Ceruti Ferrarese. Il processo iniziato nell’ottobre del 2015 vede i sei imputati accusati di omicidio plurimo colposo per il mancato allerta alla popolazione durante il passaggio del ciclone Cleopatra del 18 novembre 2013 che causò la morte di nove persone tra Olbia e Arzachena, oltre ai danni ad abitazioni private, edifici pubblici come scuole e uffici e infrastrutture strategiche per oltre 600 milioni di lire. Un processo, quello che si avvia a conclusione, che ha avuto momento di intensa commozione e dolore quanto, in varie udienze, sono sfilate davanti ai giudici le persone che hanno perso un parente o hanno assistito, impotenti, alle diverse tragedie consumatesi in città e in campagna, quando persero la vita Morgana Giagoni di appena 2 anni e la madre Patrizia Corona, rimaste intrappolate nella Smart nel canale di via Cina. Enrico Mazzoccu, 3 anni e il papà Francesco, travolti dalla furia delle acque a Raica, una frazione sulla Olbia-Telti. E poi Anna Ragnedda, disabile di 83 anni originaria dii Arzachena, annegata tra acqua e fango nella sua casa al primo piano di via Lazio a Olbia, Maria Massa, 88 anni, uscita di casa per cercare aiuto in via Romania è caduta nel fiume di fango che passava sotto la sua casa. Ad Arzachena invece morì la famiglia Passoni originaria del Brasile, rimasta chiusa nello scantinato di una villetta a Lu Mulino concessa loro in comodato d’uso gratuito. Laine Kellen di 16 anni, il fratello Weriston di 18 e i genitori Isael e Cleidi Mara stavano per lasciare l’isola e fare rientro in patria. L’ex sindaco di Olbia, in una accorata autodifesa, ha sostenuto d’aver fatto il massimo possibile per evitare lutti e devastazioni con le poche forze disponibili di uomini e mezzi a sua disposizione. «Ci hanno lasciati soli, nel momento in cui la mia città aveva necessita della massima attenzione possibile da parte di prefettura e protezione civile regionale», disse ai magistrati che lo stanno giudicando.

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