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Il Parco monitora Giardinelli un anno dopo l’incendio

Il Parco monitora Giardinelli un anno dopo l’incendio

LA MADDALENA. L’incendio scoppiato nella penisola di Giardinelli che ha devastato oltre 6 ettari di macchia mediterranea pari a circa il 15% della zona stessa, all’interno dell’area Sic Zps...

02 ottobre 2017
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LA MADDALENA. L’incendio scoppiato nella penisola di Giardinelli che ha devastato oltre 6 ettari di macchia mediterranea pari a circa il 15% della zona stessa, all’interno dell’area Sic Zps “Arcipelago della Maddalena”,è stato monitorato dal parco a distanza di un anno. L’ufficio ambiente del parco ha prodotto una relazione di monitoraggio sull’evoluzione dello sviluppo e recupero di un’area di significativo pregio ambientale.

Due le considerazioni principali emerse in seguito all’analisi dei tecnici: da un lato le condizioni di estrema compromissione delle specie di Ginepro (Juniperus phonicea) che al momento pare non possano essere recuperate, dall’altro, l’aspetto positivo, l’incendio infatti pare non abbia avuto caratteristiche tali da produrre una desertificazione irreversibile dell’area. «Per quanto riguarda le piante di ginepro – spiegano dal Parco –, le piante bruciate sono perse e non sono in grado di rigenerarsi vegetativamente. L’unica speranza è affidata all’eventuale riserva di semi presenti nel sottosuolo in grado di ricostituire nel tempo il ginepreto. Qualora la rigenerazione spontanea delle specie non dovesse dare esito positivo il Parco valuterà l’opportunità di una reintegrazione artificiale». Per quanto riguarda invece l’aspetto positivo, i tecnici riferiscono che «tutte le specie di latifoglie presenti nell’area hanno dimostrato una efficiente facoltà di rigenerazione con abbondanti ricacci di polloni di Mirto, Fillirea, Lentisco, Cisto, Olivastro, Alaterno, Ginestra di Corsica, Asparago bianco e Asparago pungente. Questi aspetti sono fondamentali dal punto di vista ecologico perché si può ipotizzare che nell’arco di qualche anno e in assenza di fenomeni esterni (azione dei cinghiali, siccità, calpestio, attacchi fitosanitari ecc.) si possa ristabilire uno strato vegetale con un buon livello di biodiversità e si possano limitare fenomeni erosivi del suolo e impatti negativi sul paesaggio».

I tecnici dell’ente ritengono fondamentali una serie di azioni di presidio sull’area interessata dall’incendio per valutare la rigenerazione dello strato vegetale. Pertanto l’Ente provvederà ad organizzare la rimozione dei rifiuti, il monitoraggio costante in modo da seguire l’andamento nel tempo di un’ampia gamma di specie e il monitoraggio relativo alla presenza dei cinghiali nell’area, in quanto la loro azione potrebbe impattare negativamente sul rinnovo delle specie vegetali. (a.n.)

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