La Nuova Sardegna

Olbia

Case famiglia, per il Tar appalto da rifare

di Giandomenico Mele

Il giudice ha annullato l’aggiudicazione in favore della Codess. Il bando per le strutture di Olbia e Tempio vale 7 milioni

05 ottobre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Salta davanti al Tar Sardegna l’aggiudicazione dell’appalto per il servizio di gestione quinquennale delle Case famiglia di Olbia e Tempio. Un appalto da oltre 7 milioni di euro che è stato annullato dal tribunale amministrativo regionale sulla base di un ricorso presentato dalla cooperativa sociale Ctr Onlus contro l’Ats (Azienda tutela della salute) di Sassari, in riferimento agli atti compiuti dall’ex Asl numero 2 di Olbia e la Codess, cooperativa sociale Onlus, quale capogruppo mandataria del raggruppamento temporaneo di imprese con il Consorzio territoriale Network etico Italia.

Il Tar ha accolto la richiesta di annullamento della deliberazione del commissario straordinario della Asl di Olbia datata dicembre 2016. Con quell’atto erano stati approvati i verbali di gara ed era stato aggiudicato alla costituenda Ati l’appalto per il servizio di gestione della Case famiglie di Olbia e Tempio.

L’appalto. Si tratta di uno degli appalti più importanti dell’ultima fase della gestione commissariale della futura Assl della Gallura, con il quale si era indetto un bando per la gestione delle Case famiglia di Olbia e di Tempio. L’amministrazione aveva previsto l’affidamento, per 5 anni, del servizio di gestione di tre strutture di tipo residenziale già esistenti, per l’ammontare complessivo di 7 milioni e 130 mila euro. Le strutture sono: una Comunità ad alta intensità terapeutica che si trova ad Olbia (8 posti); un Gruppo residenziale di integrazione sociale a Tempio Pausania (8 posti); un Gruppo di convivenza a Olbia (8 posti, ripartiti in 2 alloggi, 4 uomini e 4 donne). Si tratta di un appalto “misto” comprensivo di servizi, lavori e forniture, dove i servizi hanno assoluta prevalenza. Pertanto l’appalto è stato qualificato come un “appalto di servizi”. In particolare era prevista l’esecuzione di lavori di ristrutturazione per le due sedi, di Olbia e di Tempio.

Il ricorso. La ricorrente aveva mosso tre tipi di obiezioni sull’affidamento della gestione. Il primo riferito alla violazione dell’articolo 2 del Capitolato speciale per la mancanza di due distinte progettazioni (definitiva ed esecutiva) per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione che erano stati assegnati in capo al raggruppamento Codess. Il secondo relativo al progetto di ristrutturazione edilizia, che sarebbe stato viziato da una molteplicità di errori e carenze (sia per Olbia che per Tempio), che lo avrebbero reso comunque inutilizzabile in quanto non rispondente alle richieste del capitolato e delle norme del decreto 207 del 2010, che stabiliscono il contenuto minimo obbligatorio dei progetti definitivi. Infine il progetto di Codess, relativo alla sede di Olbia, sarebbe stato affetto da insanabili irregolarità: per l’esistenza di barriere architettoniche, la larghezza minima delle scale di 1,20 metri, come prevista dal regolamento edilizio di Olbia, non sarebbe stata rispettata. Con la conseguente impossibilità, stante le violazioni e le difformità, di ottenere l’abitabilità dell’edificio ristrutturato e, nel caso di specie, anche l’accreditamento regionale, per carenza dei requisiti sanitari inderogabilmente fissati.

In Primo Piano
Calcio Serie A

Al Cagliari non basta un gran primo tempo: finisce 2-2 la sfida con la Juve

di Enrico Gaviano
Le nostre iniziative