La Nuova Sardegna

Olbia

Sanità, la Cgil attacca: «Riforma centralista e carente nei servizi»

Sanità, la Cgil attacca: «Riforma centralista e carente nei servizi»

Luisella Maccioni (segretario Fp) critica la gestione dell’Ats «Ente elefantiaco che stenta a dare risposte ai territori»

16 ottobre 2017
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OLBIA. «Un ente elefantiaco che stenta a dare risposte in tempi reali ai problemi quotidiani della sanità sarda». Mentre in Regione si discute dell’adeguamento della rete ospedaliera, Luisella Maccioni, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil, analizza la riforma sanitaria e soprattutto i contraccolpi sui servizi al cittadino e sui diritti dei lavoratori, dovuti alla nascita di un’unica azienda della sanità sarda. Definisce l’Ats «un ente elefantiaco» e critica la centralizzazione del servizio sanitario «ormai nelle mani del Direttore dell’ Azienda territoriale della salute. Le conseguenze di questa scelta – dice – sono evidenti nelle Assl sarde, e in particolare in quella di Olbia, e nei tre presidi ospedalieri di Olbia, Tempio e La Maddalena: una gestione dei servizi territoriali ormai al limite del collasso, servizi ospedalieri che hanno retto la prova di una convulsa stagione estiva esclusivamente per lo spirito di abnegazione e di attaccamento al sevizio del personale, difficoltà nell’avviare le procedure di assunzione del personale, per cui i lavoratori dei tre ospedali galluresi spesso e volentieri si trovano con carichi di lavoro eccessivi. E ancora. Blocco delle ferie e dei riposi, figure professionali (vedi Oss) quasi inesistenti in buona parte dei servizi ospedalieri, carichi orari al limite delle normative europee». Una situazione più volte denunciata dagli utenti, costretti a trascorrere giornate intere al pronto soccorso o a lunghe liste d’attesa per visite specialistiche. «Le pressanti richieste d’intervento da parte del sindacato, trovano un’amministrazione dell’Ats sorda ad ogni possibilità di intervento, muta ad ogni possibile soluzione, ferma alla politica di tagli e di restringimenti dei servizi pubblici», attacca la sindacalista. A tutto questo, riferisce ancora la Cgil, bisogna aggiungere una riduzione della contrattazione integrativa, anch’essa accentrata a Sassari, «che non ha permesso di poter dare gambe agli accordi integrativi aziendali, bloccando il pagamento di tutto il salario accessorio al personale e arrestando lo strumento normativo della mobilità che, attraverso la copertura dei posti vacanti, avrebbe potuto dare risposte a una corretta organizzazione del lavoro e ad una gestione migliore dei servizi. L’eterna discussione sulla rete, da noi ritenuta comunque importante e necessaria – conclude la Maccioni – ha messo in secondo piano la qualità del lavoro nella ex Asl 2 e pertanto la qualità del lavoro e i diritti dei lavoratori e dei cittadini che oggi, con questa Direzione della Ats, sono sensibilmente calati».

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