La Nuova Sardegna

Olbia

Villa abusiva a Portisco, ok alla demolizione

di Serena Lullia
Villa abusiva a Portisco, ok alla demolizione

La giunta Nizzi dà il via libera anche all’abbattimento di altri cinque edifici costruiti senza concession

25 ottobre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. La ruspa del Comune scalda i motori. Dalla black-list del mattone abusivo su cui il Consiglio ha impresso il sigillo di legittimità nel 2015 verranno depennati i primi cinque edifici. La giunta Nizzi ha dato il via libera al progetto di fattibilità redatto dall’ufficio tecnico. Un passaggio necessario per autorizzare le demolizioni. La ruspa punta verso Portisco, dove si trova una villa di 190 metri quadri venuta su in modo illegittimo. Sotto i colpi della benna cadranno anche un immobile non ultimato a Rudalza; un altro in legno con veranda nella località Chidonza; a Olbia 2 l’ampliamento di una casa con camera, bagno e terrazza; in via Monte Bianco una cucina e un bagno. L’operazione di abbattimento, obbligatoria per legge, costerà al Comune 175mila euro. Le demolizioni sono frutto di provvedimenti definitivi anche davanti ai giudici su edifici per i quali l’ente nel 2015 aveva stabilito che non esistono interessi pubblici per la conservarli.

Un lungo iter. Le ruspe sono l’ultimo capitolo di un lungo iter amministrativo. Gli edifici che verranno abbattuti erano stati raggiunti da ordinanze di demolizione anche 17 anni fa. I proprietari hanno ignorato l’obbligo di provvedere alla rimozione dei blocchetti illegittimi. In base alla normativa gli immobili sono entrati a far parte di diritto del patrimonio comunale. Nel luglio 2012 si è svolta la conferenza di servizi istruttoria alla quale ha fatto seguito la conferenza di servizi decisoria. In quella sede la Regione, l’ufficio Tutela del paesaggio della provincia e del Comune, la Soprintendenza hanno dato l’ok alla demolizione degli edifici abusivi. Nel 2015 il Consiglio comunale, a maggioranza, dà il via libera alle demolizioni di 14 edifici abusivi e ne salva 10. Una legge dell’agosto di quell’anno imponeva ai comuni di deliberare l’eventuale salvataggio per fini pubblici di immobili abusivi. In caso contrario il dirigente del settore Urbanistica avrebbe dovuto firmare i provvedimenti di demolizione.

La villa a Portisco. Nel listone dei mattoni furbi il caso più eclatante si trova a Portisco. Lì sorge una villa con vista sul mare su due livelli. 190 metri quadri e 530 metri cubi di cemento. L’ordinanza di demolizione, ignorata dalla proprietaria, porta la data del luglio del 2000. L’edificio, come indicato nel provvedimento, era stato realizzato senza concessione edilizia.

Ampliamenti. Nel 2006 viene recapitata in via delle Isole Tremiti, a Rudalza, un’ordinanza di demolizione. Si riferisce a due solai in cemento di 100 metri quadri ciascuno, 32 metri quadri di veranda coperta e un locale tecnico di 12 metri quadri. Il proprietario, che aveva avviato i lavori senza licenza e senza il nulla osta dell’Ufficio tutela del paesaggio, la ignora. In zona Chidonza la ruspa abbatterà una struttura in blocchi di calcestruzzo da 60 metri quadri e un fabbricato in legno di 30 metri quadri. L’ordinanza di demolizione risale al 2005. A Osseddu demolizione fissata per l’ampliamento di una residenza con piano seminterrato, una camera da letto e bagno di 26 metri quadri più una veranda coperta. Il verbale di accertamento risale a dieci anni fa. Bocciata anche la richiesta di sanatoria «perché le opere edilizie sono state realizzate in assenza della concessione edilizia e del nulla osta dell’Ufficio tutela del paesaggio. Sono da considerarsi completamente abusive e lesive dei pubblici interessi”. In via Monte Bianco ok all’abbattimento di un cortile trasformato in soggiorno con bagno.

In Primo Piano
La nota

Sanità, l’assessore richiama le Asl: «Tutte le nomine sono bloccate»

Le nostre iniziative