La Nuova Sardegna

Olbia

Provincia senza immobili un maxi sconto sulla Tari

di Giandomenico Mele
Provincia senza immobili un maxi sconto sulla Tari

Nell’elenco dei beni ceduti ci sono una cantoniera e l’ex Centro per l’impiego Il caso del parco del Padrongianus: salta l’accordo e l’area fluviale resta chiusa

02 novembre 2017
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OLBIA. Meno immobili, meno Tari. Il ridimensionamento dopo la scomparsa dell’ente territoriale ha consentito alla ex Provincia di Olbia-Tempio, ora Zona omogenea sotto l’egida di Sassari, di vincere la disputa con il Comune di Olbia circa il ricalcolo della tassa sui rifiuti. Lo scorso 16 settembre era arrivata negli uffici della provincia di Sassari la comunicazione ai fini del pagamento per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con il quale il Comune di Olbia comunicava gli importi da versare pari a circa 20 mila euro. Una cifra che ha fatto sobbalzare sulla sedia i dirigenti della ex Provincia gallurese, visto che la cifra appariva sproporzionata rispetto al patrimonio immobiliare esistente e alla relativa produzione di rifiuti. Visto che in realtà la Tari da versare ammonta a poco più di 6 mila euro.

Le due sedi. La provincia di Sassari, quindi, ha eccepito di essere proprietaria degli immobili siti in Olbia all’indirizzo di via Nanni 17/19 ed affittuaria di una porzione degli immobili siti in Olbia all’indirizzo di via Nanni 41, destinati allo svolgimento delle attività istituzionali dell'ente. Eccependo, inoltre, che solo in relazione ai predetti titoli di possesso fosse dovuto il pagamento dell'Imposta Tari da effettuarsi in unica soluzione oppure ratealmente. Così Sassari ha precisato al comune di Olbia quali immobili non fanno più parte della disponibilità dell’ente gallurese e sui quali non va calcolata la Tari. A partire dai locali della ex cantoniera di Cugnana a Olbia, gestiti e utilizzati dalla Diocesi di Tempio Ampurias, cui competono tutti gli oneri di gestione, compresi i tributi locali; oppure I locali di via Piemonte non più di proprietà della Provincia, ma dell'Aspal (Agenzia regionale per le Politiche attive del lavoro) destinati alle attività dei Centri per l’impiego le cui funzioni, a far data dal primo luglio 2016, sono state trasferite dalle Province alla stessa Aspal, cui competono tutti gli oneri di gestione, compresi i tributi locali.

Il caso Padrongianus. C’è poi il paradosso del Padrongianus. Qui infatti il Comune chiedeva la Tari alla ex Provincia sui locali nel Parco fluviale, che però erano già stati ceduti proprio al Comune di Olbia, cui di conseguenza competono tutti gli oneri di gestione, compresi i tributi locali. C’è poi il caso della porzione dell’immobile di via Nanni 41 a Olbia, il quale risulta occupato per una superficie di circa 220 metri quadrati e non più di 1.411 metri quadrati. Il caso più spinoso, però, resta certamente quello del parco fluviale del Padrongianus, fiore all’occhiello della vecchia provincia di Olbia-Tempio. All’inizio del 2015 l’ente di via Nanni, ormai in via di abolizione, si era trovato costretto a chiudere tutto per mancanza di risorse. Il Comune, con l’ex giunta Giovannelli, si era fatto avanti ed era riuscito a ottenerlo in comodato gratuito per 10 anni nel marzo del 2016, con l’obiettivo di studiare una nuova forma di gestione e riaprire nuovamente i cancelli. L’attuale giunta comunale avrebbe preferito acquistarlo o averlo in comodato per 99 anni. I due enti non si sono accordati e il parco resterà chiuso.

Nuovo avviso. Comunicato dunque al Comune che la produzione dei rifiuti nel parco del Padrongianus andava imputata a se stesso, gli uffici provinciali hanno chiesto all'Ufficio tributi dell’ente l'emissione di un nuovo avviso di pagamento tenendo conto della cancellazione dei ruoli per quanto attenesse proprio i tributi dovuti per gli immobili sopra specificati relativi alla Tari 2017. Il Comune di Olbia non ha potuto far altro che prenderne atto e ha trasmesso un nuovo modello F24 da cui risulta la rettifica degli importi dovuti a titolo di Tari 2017, per una cifra complessiva di 6.249 euro. Quasi tre quarti in meno di quanto chiesto originariamente. Per immobili che la ex Provincia di Olbia-Tempio non ha più nella sua disponibilità.

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