La Nuova Sardegna

Olbia

Le tifoserie unite nel ricordo dei morti delle due alluvioni

Le tifoserie unite nel ricordo dei morti delle due alluvioni

Nella partita Livorno-Olbia striscione in onore delle vittime Nel giorno dell’anniversario anche un flash mob e musica

20 novembre 2017
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OLBIA. Il silenzio della notte illuminata solo dalle fiaccole. Un flash mob. La musica in piazza mercato. Tessere del mosaico del ricordo. Per non perdere la memoria dell’alluvione che uccise vite, spazzò via quartieri, sconvolse la città. Un monito per il futuro, un invito a non ripetere gli errori, a trovare soluzioni.

Il flash mob. I ballerini delle scuole di danza cittadine hanno scelto uno strumento moderno, immediato ed emozionale per fermare il ricordo. Un flash mob. Musica e passi di danza a cui si sono unite poi le parole. In piazza Mercato, all’interno della campagna “Io non rischio” si è parlato di buone pratiche di protezione civile con gli operatori. Sono stati loro a dare i consigli ai cittadini su come comportarsi in caso di alluvione. Perché molte delle morti del 18 novembre 2013 sono state causate dalla mancata conoscenza.

Lo striscione. Nella partita in trasferta dell’Olbia a Livorno uno striscione ha ricordato il dramma dell’alluvione. Comuni gemelli nel dolore e nel disastro. A quattro anni di distanza. “Olbia 18.11.2013, Livorno 10.09 2017. Alle vittime dell’alluvione rendiamo onore”.

E sul delicato tema del rischio interviene anche il Comitato per la salvaguardia idraulica.

Sicurezza ed espropri. Il gruppo guidato da Felice Catasta guarda al percorso avviato dalla Regione sulle vasche di laminazione. A breve partiranno bonifiche e carotaggi sui terreni da espropriare. «Al momento un elenco di 59 privati ma le partite catastali che verranno coinvolte nelle procedure di esproprio sono 700 – spiega il Comitato –. Non possiamo non preoccuparci per tutti i concittadini ai quali verranno espropriati giardini, cortili, pertinenze. Per la messa in sicurezza della città riteniamo che anche gli espropri siano leciti, purché i proprietari vengano giustamente indennizzati in quanto esistono alternative valide. Speriamo in un ravvedimento e nel frattempo invitiamo Comune e Regione a riprendere il filo del dialogo per opere utili e immediate. Perché la sicurezza e la difesa della città non debbano dipendere da una prova di forza ma da studi condivisi.

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