La Nuova Sardegna

Olbia

Piano Mancini, da gennaio le bonifiche per le vasche

Piano Mancini, da gennaio le bonifiche per le vasche

Si sono conclusi i sopralluoghi dei tecnici regionali sui terreni da espropriare  I muri sui canali intorno al parco Fausto Noce verranno limati ad altezza d’uomo

03 dicembre 2017
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OLBIA. La costruzione delle vasche di laminazione entra nella fase due. I tecnici regionali hanno concluso i sopralluoghi sui terreni da espropriare proprio mentre il Tar diceva no alla richiesta di sospensiva del Piano Mancini. Il Comitato di salvaguardia, battuto dalla Regione, prepara il ricorso al Consiglio di Stato. Intanto da gennaio si passa a una fase più operativa per le vasche di laminazione. La bonifica dei terreni dagli ordigni bellici e le indagini tomografiche. Alcuni proprietari hanno già fatto sapere che impediranno l’ingresso agli esterni se la procedura di esproprio delle aree di via Nervi, via Barcellona e via Vittorio Veneto non sarà ultimata e legittima.

Modifiche in corso. Nel frattempo i tecnici regionali lavorano ad alcune modifiche del progetto originale. Un punto su tutti, i muri di protezione dei canali pensati intorno al parco Fausto Noce dal Piano Mancini. Il sindaco Settimo Nizzi ha parlato di altezze fino a un metro e 80 centimetri chiarendo senza troppi giri di parole. «Noi quei muri non ve li faremo fare». In realtà i tecnici della Regione chiariscono di essere al lavoro per limare le altezze dei muretti. Saranno a visuale d’uomo e dovranno avere una dimensione sostenibile. Evidenti segni di dialogo dal punto di vista tecnico a cui dovranno seguire altrettanti passi avanti dal punto di vista politico.

Le responsabilità penali. A far spingere sull’acceleratore del Piano Mancini la politica regionale e i tecnici cagliaritani è anche la responsabilità penale. Se un’alluvione dovesse colpire nei prossimi anni la città e le vasche di laminazione non fossero pronte, il commissario di Governo, l’attuale assessore ai Lavori Pubblici Edoardo Balzarini, rischierebbe di essere indicato come responsabile. Inoltre le opere connesse al Piano del rischio idraulico sono state dichiarate indifferibili e urgenti. Vietati passi indietro.

Le prossime tappe. Le indagini tomografiche sulle aree da espropriare serviranno per capire meglio la struttura del terreno. Informazioni di estrema importanza prima di avviare gli scavi delle vasche di laminazione. Ma anche per fare le modifiche e le integrazioni al Piano Mancini, necessarie per ottenere la Valutazione di impatto ambientale. Una volta che ci saranno tutte le autorizzazioni si passerà alle gare di appalto per cantierare le vasche. Per gli esperti della burocrazia tricolore non prima del 2019.

Il piano parallelo. Il piano alternativo al Mancini, fortemente voluto dal sindaco Settimo Nizzi, prosegue intanto il suo iter. Nei prossimi mesi lo studio di ingegneria che si è aggiudicato l’incarico dovrà presentare lo studio di fattibilità. Che a quel punto inizierà il suo iter verso l’Autorità di bacino. (se.lu.)

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