La Nuova Sardegna

Olbia

Ex agrario, il Tar vuole chiarezza su altezze, volumetrie e distanze

di Serena Lullia
Ex agrario, il Tar vuole chiarezza su altezze, volumetrie e distanze

Il giudice deposita una sentenza parziale sul ricorso di due condomìni contro il palazzo di via Genova Chiede al Comune ulteriori documenti sull’edificio di 28 metri da costruire ma già tra i beni da alienare

07 dicembre 2017
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OLBIA. Il palazzone di 28 metri nell’ex agrario è in cima all’elenco dei beni comunali da alienare. Ma i suoi mattoni, tra l’altro solo virtuali, sono già al centro di un contenzioso legale. Che potrebbe non far sorgere mai l’edificio tanto caro alla giunta Nizzi. Ieri mattina i giudici del Tar hanno depositato una sentenza istruttoria sul ricorso presentato dai due condomìni, Bellavista e Genova 69, difesi dagli avvocati Benedetto e Francesco Ballero. Il giudice amministrativo ha ordinato al Comune una integrazione della documentazione esistente. Chiede all’ufficio tecnico di produrre una relazione che permetta di verificare se ci siano state modifiche tra il progetto approvato in conferenza di servizi e la deroga al regolamento edilizio licenziato dal Consiglio comunale. In particolare dovranno essere indicate distanze, volumi e parcheggi del progetto originale e di quello passato in aula. Si tratta dei pilastri sui quali si fonda il ricorso dello studio Ballero che punta a fermare la costruzione del palazzone di acciaio e cemento.

Il ricorso. Lungo l’elenco di eccezioni con cui i condomìni di via Genova sostengono che la costruzione del palazzo sulla via del lungomare debba essere bloccato. I 28 metri di edificio deturperebbero lo skyline della città impedendo dal mare la visuale della cupola di san Paolo. Il palazzo risulterebbe troppo attaccato agli immobili già esistenti. Secondo lo studio Ballero la distanza minima non può essere inferiore ai 28 metri. Nel progetto approvato dal Comune si riduce a 10.

Rewind. Nel 2009 il Comune lancia un concorso di idee per riqualificare l'area dell’ex Consorzio. Nel 2010 viene proclamato il progetto vincitore. Il progetto definitivo approda al Settore pianificazione nel 2012 che ne chiede la modifica. Prevede un'altezza di 28,7 metri mentre il Piano di fabbricazione ne stabilisce 25; ha una superficie utile massima di 2mila metri quadri contro i 760 di legge. I progettisti modificano la parte che riguarda le distanze. Per il resto viene chiesta la deroga al regolamento edilizio. Approvata dalla maggioranza in Consiglio.

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