La Nuova Sardegna

Olbia

Il Comune di Olbia all’ex Palmera: la tassa rifiuti è da pagare

di Giandomenico Mele
Il Comune di Olbia all’ex Palmera: la tassa rifiuti è da pagare

L’ente ha proposto due ricorsi in Cassazione per accertamenti dal 2002 al 2006. In quegli anni la fabbrica del tonno venne uccisa dalla crisi e i terreni espropriati

09 dicembre 2017
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OLBIA. Le pagine ormai ingiallite raccontano una storia imprenditoriale finita nella polvere, della quale sono rimasti solo i preziosi terreni sul mare e una lunga sequenza di contenziosi. Sono quelli che oppongono la Trissolbia della famiglia Palau e il Comune di Olbia, un tempo sulla stessa parte della barricata per difendere la Palmera e la fabbrica del tonno “made in Olbia”. Poi la crisi, i licenziamenti e il marchio Palmera che era stato venduto alla multinazionale Bolton, mentre i terreni di Su Arrasolu sono stati espropriati dall’amministrazione. Terreni sui quali il Comune vuole riscuotere la tassa sui rifiuti. L’ente, infatti, ha proposto due distinti ricorsi in Cassazione vantando un credito nei confronti della Trissolbia Soa, ex Palmera, di quasi 250 mila euro per due distinti avvisi di accertamento, relativi alle annualità che vanno dal 2002 al 2006, emessi per mancato pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani relativi ai locali proprio di Su Arrasolu.

La storia. Con due distinti ricorsi la Trissolbia, ex Palmera spa, chiedeva alla Commissione tributaria provinciale di Sassari l’annullamento di due avvisi di accertamento. Il Comune di Olbia si costituiva in giudizio, chiedendo il rigetto del ricorso medesimo. Con sentenza del febbraio 2011, pronunciata dalla Commissione tributaria provinciale, il ricorso veniva accolto con annullamento dell’avviso di accertamento. A quel punto lo stesso Comune di Olbia proponeva appello avverso la sentenza, al fine di ottenerne la riforma, per uno degli avvisi di accertamento, mentre la società Trissolbia spa si costituiva in giudizio confermando la legittimità della decisione della Commissione tributaria per il secondo degli avvisi di accertamento. La vicenda giudiziaria ha registrato il penultimo capitolo qualche mese fa, quando la Commissione tributaria regionale accoglieva l’appello promosso dalla Trissolbia spa, per un avviso di accertamento, mentre respingeva quello presentato dal Comune di Olbia per l’altro. La somma aritmetica ha fatto quindi registrare un flop nella pretesa sanzionatoria dell’ente, che a questo punto ha deciso di proporre ricorso davanti alla Suprema Corte di Cassazione contro le due sentenze emesse dalla Commissione tributaria regionale, sede distaccata di Sassari.

L’esproprio. Il Comune batte cassa per gli arretrati della tassa sui rifiuti sugli stessi terreni di Su Arrasolu per i quali aveva avviato un lunghissimo contenzioso giudiziario proprio con la famiglia Palau e la ex Palmera. Un esproprio sul quale si era pronunciato definitivamente nell’aprile dell’anno scorso il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso della società olbiese contro il provvedimento deciso dal Cipnes nel 2013 per i terreni dove sorgeva la fabbrica della Palmera. Si chiudeva così un contenzioso che aveva visto la società di Marzia Palau cercare di conservare il diritto di utilizzo dell’area, contro il parere del Cipnes che invece lo aveva espropriato per poi concederlo alla Sno, che progettava di utilizzare il terreno per far sorgere una clinica per il rimessaggio di maxi yacht, un’attività assolutamente nuova per la Sardegna.

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