La Nuova Sardegna

Olbia

Caos vaccini obbligatori si allunga la lista d’attesa

di Stefania Puorro
Caos vaccini obbligatori si allunga la lista d’attesa

Lavoro decuplicato all’Igiene pubblica, ma il personale è ridotto all’osso In città si garantisce la copertura a 50 bimbi al giorno, boom di prenotazioni

13 dicembre 2017
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OLBIA. In Sardegna, rispetto alle altre regioni italiane, si vaccinano più bambini. Nel pieno rispetto del nuovo calendario introdotto dal piano nazionale di prevenzione vaccinale. Le percentuali sono superiori di almeno due o tre punti per molti vaccini obbligatori. E questo accade anche nella Assl di Olbia. Risultano invece inferiori alla soglia raccomandata del 95%, i vaccini per alcune malattie infettive (morbillo, parotite, rosolia e varicella). I centri di vaccinazione del territorio, Olbia in testa, lavorano moltissimo, ma si registrano comunque lunghe liste di attesa. Il vaccino si prenota e poi si torna a casa con una data. In qualche situazione si parla anche di aspettare sino all’estate 2018.

Organici ridotti. Il problema? Non è la mancanza di vaccini: se c’è qualche ritardo negli arrivi, i bambini prenotati vengono invitati a ripresentarsi entro un paio di giorni al massimo. Il vero e grave problema è la mancanza di personale (medici e infermieri) che - proprio perché gli organici sono ridotti all’osso - lavorano in condizioni davvero precarie. «La situazione del personale all’Igiene Pubblica è drammatica - rimarca Vito Langiu, responsabile Fsi Usae -. I medici sono solo cinque e quelli trasferiti o andati in pensione non sono mai stati sostituiti. E poi 4 dei 13 infermieri in organico hanno funzioni ridotte. Questo è un servizio che con le vaccinazioni pediatriche obbligatorie ha visto decuplicare il suo lavoro e, oltretutto, ci sono tante altre attività da svolgere. Una situazione di vera emergenza, a cui non è seguito un incremento di personale».

Gli obiettivi. Ma quali sono i tempi per raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale? Per i nuovi vaccini obbligatori -, antimeningococco B, anti-rotavirus e anti -varicella (quest’ultimo già garantito in Sardegna in quanto regione pilota a livello nazionale) ., in tutto il territorio dell’Ats il triennio di riferimento è il 2017-2019. «Ecco perché - ricorda la Assl di Olbia in una nota - l’assessorato regionale della Sanità ha già previsto di riorganizzare l’offerta a livello di erogazione del servizio in tutta l’isola».

I numeri. Negli ambulatori dell’igiene pubblica di Olbia (aperti dal lunedì al venerdì) si vaccinano circa 50 bambini al giorno; a Tempio tra i 25 e i 30 (qui il servizio funziona quattro volte la settimana) e tra i 25 e i 30 nell’unica volta (il martedì) in cui i medici dell’igiene pubblica raggiungono La Maddalena. Quindi, i pochi specialisti devono anche andare in trasferta. E a volte si spingono sino a Buddusò. Numeri alti pure per Berchidda (a cui fanno riferimento tutti i paesi del circondario). Seguono i centri di vaccinazione di Arzachena, Badesi, Calangianus, Luogosanto e Santa Teresa.

Le risorse. «Il dipartimento di prevenzione della Assl di Olbia - scrivono dalla dirigenza aziendale -, considerata la dotazione organica attuale e il complesso di attività alle quali deve far fronte (polizia mortuaria, indagini epidemiologiche, sorveglianza malattia infettive, vaccinazioni ai migranti, vaccinazioni in ambiente protetto) assicura comunque l’apertura degli ambulatori per le vaccinazioni nel territorio gallurese. Un assetto, questo, volto a utilizzare in maniera ottimale le risorse professionali disponibili e che viene organizzato anche in base alla numerosa utenza che vi accede».



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