La Nuova Sardegna

Olbia

«La sanità in Gallura? Sta morendo»

di Stefania Puorro
«La sanità in Gallura? Sta morendo»

Le reazioni dopo l’intervento dell’assessore regionale  Arru. Satta: apprezzabili le buone intenzioni, ma la realtà è critica

15 dicembre 2017
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OLBIA. «Le buone intenzioni per la Gallura dell’assessore regionale Luigi Arru? Apprezzabili. Ma la sanità pubblica non può aspettare. La realtà dei nostri ospedali è drammatica: basta parlare con tutti i responsabili dei reparti, a Olbia, Tempio e La Maddalena. E basta chiedere cosa ne pensano i cittadini che, ogni giorno, denunciano una sanità malata, in continuo affanno per la cronica mancanza di personale e per l’impossibilità di garantire servizi e prestazioni in tempi brevi».

Antonio Satta, presidente della conferenza socio sanitaria del territorio, replica con il suo solito aplomb. Ma è più che determinato quando dice «che la sanità gallurese è realmente sottodimensionata rispetto a un territorio in continua crescita. La popolazione è in aumento, abbiamo un aeroporto che ha superato i 2 milioni e mezzo di passeggeri e un’aviazione privata che, d’estate, è prima in Europa per traffico e servizi offerti. Basterebbe solo questo per avere una sanità che si rispetti. Le parole, però, non bastano più e l’attenzione più volte annunciata verso questa parte di Sardegna deve essere concretizzata. Si deve poter dire che qualcosa sta cambiando sul serio». Satta sottolinea la rilevanza del Mater Olbia «ma non aprirà domani. E, soprattutto, non sarà la terapia di tutti i mali. Bisogna concentrarsi sulle esigenze quotidiane di questo territorio. Ed è ora che la Gallura esca finalmente da questa lista d’attesa».

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Durissima la Fsi Usae, il sindacato rappresentato a livello locale da Vito Langiu. «I giri di parole sono inutili. Il punto è solo uno: la sanità in Gallura sta morendo. Lo scorso 12 agosto l’assessore Arru, dopo l’emergenza esplosa al pronto soccorso, aveva detto pubblicamente che stavano provvedendo per garantire l’aumento di personale. Siamo arrivati a dicembre, nulla è successo e la situazione sta precipitando. I tempi di attesa per gli utenti si sono allungati ulteriormente per qualunque tipo di esame e prestazione, in tutti i reparti si lavora in condizioni drammatiche e in alcuni non si riescono neppure a fare i turni perché gli organici sono carenti. Abbiamo chiesto alla Assl di Olbia, all’inizio dell’estate, di farci avere almeno un quadro preciso sulle dotazioni organiche: ancora oggi non sappiamo quanti medici, quanti infermieri e quanti Oss occorrono nei diversi reparti. L’assessore regionale della Sanità dovrebbe venire a Olbia per trascorrere una giornata in ospedale, facendo un giro nei reparti e parlando con la gente. Solo così si potrà rendere conto dell’emergenza in cui vive».

Critica anche la Funzione Pubblica della Cgil «E’ una sanità teorica quella che vede Arru. E può anche piacerci. Ma bisogna farla funzionare con i fatti. Il quadro attuale è devastante - dice la segretaria territoriale Luisella Maccioni -. Il primo punto riguarda gli organici: più che inadeguati. L’emergenza che vive il pronto soccorso del Giovanni Paolo II durante l’estate è gravissima, ma a vivere tutto l’anno in emergenza è l’intera Galura. L’insufficienza di infermieri e Oss si sente in modo pesante. Si fa fatica anche reclutare i medici, sostiene Arru: e allora si studino percorsi specifici, senza perdere altro tempo».

Ma la carenza di personale non c’è solo negli ospedali. «Manca completamente un ragionamento sulla sanità del territorio - aggiunge la Maccioni - e ci sono ambulatori, come quello di Arzachena che ha un notevole bacino di utenza, che lavorano continuamente in affanno». Infine il Mater Olbia. «Bisogna smetterla di pensare che il problema della sanità in Gallura si risolverà con l’ospedale privato d’eccellenza. Oltre al Mater, questo territorio ha bisogno delle sue specialità e specificità. Serve insomma una sanità pubblica efficace ed efficiente. E serve adesso».

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