La Nuova Sardegna

Olbia

Capo dei vigili, rigettato il ricorso

Capo dei vigili, rigettato il ricorso

Arzachena, il tribunale del Riesame ha confermato la revoca dell’obbligo di firma

25 gennaio 2018
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ARZACHENA. Il tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso della Procura di Tempio contro la revoca dell’obbligo di firma per il comandante della polizia locale di Arzachena, Andrea Becciu accusato di truffa, falso, abuso d’ufficio e peculato. Il collegio presieduto da Maria Teresa Lupinu ieri mattina ha sciolto la riserva accogliendo la tesi dei difensori di Becciu – gli avvocati Elias Vacca e Danilo Mattana – e confermando la decisione del gip . Adesso la palla passa al comune di Arzachena che dovrà decidere se revocare o meno la sospensione del comandante dal servizio.

Lungo l’elenco di accuse mosse al comandante Becciu dal procuratore di Tempio, Gianluigi Dettori. Un elevato numero di assenze ingiustificate durante l’orario di servizio; false missioni con trasferte retribuite; utilizzo improprio delle auto di servizio e dei vigili in particolare nella gestione della viabilità sulla strada che porta a un noto ristorante di Baia Sardinia. Nell’udienza davanti al tribunale del Riesame, l’altro ieri, era stato lo stesso comandante Becciu a prendere la parola. Sul caso della viabilità vicino al ristorante di Baia Sardinia Becciu ha ribadito la sua posizione: «Di fronte all’accusa di essersi venduto per un piatto di pasta – ha riferito l’avvocato Elias Vacca – il comandante ha detto di essere andato una dozzina di volte in quel ristorante e di aver pagato sempre, a eccezione di due volte, dopo una lunga discussione con la proprietaria che lo voleva a tutti i costi suo ospite». A riprova di non aver mai fatto favoritismi, Becciu ha ricordato di aver ricevuto dalla ristoratrice la richiesta di verificare la regolarità dell’attività di ristorazione del fratello, accusato dalla signora di concorrenza sleale. E dopo una serie di controlli, di aver comunicato alla donna la piena regolarità dell’attività del fratello. Il comandante ha parlato anche delle sciabole di cui, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato. «Sono state comprate in modo regolare e conservate nell’armadio cassaforte del comando dove si trovano ancora oggi». E sulle ore di assenze. «Il mio assistito in due anni ha fatto 1500 ore in più di straordinario, mai pagate – ancora l’avvocato Vacca –. Ha poi ribadito di non essere né un fannullone, né un corrotto».



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