La Nuova Sardegna

Olbia

Lavoro: la Gallura accelera l’occupazione è in crescita

di Serena Lullia
Lavoro: la Gallura accelera l’occupazione è in crescita

L’Agenzia regionale Aspal certifica la dinamicità dell’ex provincia Olbia-Tempio Turismo e hotel trainano la ripresa, previsioni rosee anche per il nuovo trimestre

17 febbraio 2018
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OLBIA. Vivacità economica certificata. Anche l’Aspal, l’agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, attesta il ritmo di crescita sprintoso della zona omogenea di Olbia-Tempio. Un territorio che ha riacceso i motori del mercato del lavoro prima degli altri, ha il 10% degli occupati di tutta la Sardegna e nel prossimo trimestre crescerà ancora. I dati degli ultimi cinque anni sono contenuti in un dossier realizzato dall’Osservatorio del mercato del lavoro dell’Aspal. Dati reali. A illustrarli il direttore generale dell’Agenzia, Massimo Temussi, e i responsabili dell’osservatorio.

Prima di tutti. La Gallura mette la freccia e con i suoi 58mila occupati sui 562mila del totale regionale, si mette alle spalle Nuoro e Oristano. Davanti solo Cagliari e Sassari.

La zona omogenea di Olbia-Tempio ha però un primato. Ha superato la crisi scoppiata nel 2014 prima di tutti gli altri territorio e ora la sua risalita ha ritmi da velocista. La Gallura già nel 2016 aveva agganciato la ripresa. Con un totale di 58 mila occupati rispetto ai 55 mila del 2015. Passando da un meno 2 per cento a un più 5 per cento mentre il dato regionale era addirittura in calo. Con 562 mila occupati del 2016 contro i 565 mila del 2015.

Nuovi occupati. Nel 2017 i nuovi rapporti di lavoro attivati nella zona omogenea di Olbia-Tempio sono stati oltre 52mile800, il 18,6% del totale regionale. Seconda dopo Cagliari con il 36%, seguita da Sassari con un punto percentuale in meno, il 17,6%. Nella suddivisione dei comuni, a trainare sono quelli costieri: Olbia guida con quasi il 30% dei nuovi contratti avviati, segue Arzachena con quasi il 20%. Staccati Santa Teresa, Budoni, San Teodoro, ciascuno con circa il 7%. Non arrivano all’1% i comuni dell’interno a eccezione di Tempio con il 3%. A trainare la crescita i settori del turismo, alberghi e ristoranti, trasporti e commercio.

Contratti e jobs act. L’analisi dei dati del mercato del lavoro dal 2013 al 2017 è utile per capire anche l’effetto reale del Jobs act sui contratti a tempo indeterminato. Si parte dal 2013 e 2014 in cui i saldi erano negativi. «Nello stesso periodo la Sardegna ma anche la zona di Olbia-Tempio vivevano una fase critica – spiegano i responsabili dell’Osservatorio –. La prima ripresa è datata 2015». Una ripresa indotta, accompagnata dagli incentivi del governo alle imprese. «Una misura generosa nel 2015 che dava alle aziende 8mila euro all’anno se assumevano a tempo indeterminato, beneficio prolungabile per tre anni». E infatti in quell’anno gli avviamenti sono passati dal 12 al 17% in Sardegna, dall’11 al 16% in Gallura. Nel 2016 gli incentivi non sono poi così seducenti per le aziende. Solo 3200 euro all’anno invece che 8mila. L’incentivo passa da tre a due anni. In Sardegna gli avviamenti cominciano la discesa. Passano dal 17 al 13%. Nella zona di Olbia-Tempio dal 16 al 10%. Per arrivare al 10% a livello regionale nel 2017 e al 7% in Gallura. Ma il territorio del nord est Sardegna dimostra di saper camminare con le sue gambe. E continua la sua marcia.

Lavoro straniero. In Gallura si registra un’incidenza del lavoro straniero più elevata rispetto al resto della regione. Elemento che si riflette anche sul mercato del lavoro. Rappresentano il 32% di tutta l’isola, quasi 6 mila, i nuovi contratti attivati a lavoratori stranieri in Gallura, contro il 30% di Cagliari, il 15,5% di Sassari e il 7% di Nuoro.

Il caso Sant’Antonio. Ogni 10 assunti due sono stranieri.

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