La Nuova Sardegna

Olbia

Mater Olbia, ora si spera in un traguardo concreto

di Giandomenico Mele
Mater Olbia, ora si spera in un traguardo concreto

Tra fiducia e perplessità le reazioni del sistema produttivo e del lavoro all’annuncio dell’ambasciatore del Qatar sull’apertura del prossimo giugno 

17 febbraio 2018
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OLBIA. Il Mater Olbia rappresenta una grande opportunità, ma richiama altrettante responsabilità. Il tessuto economico e produttivo di Olbia e della Gallura si prepara ad affrontare una sfida. Si guarda con un misto tra attesa e approccio critico alla notizia, portata da Abdulaziz bin Ahmed Al Malki, diplomatico plenipotenziario del Qatar in Italia, dell’apertura a metà giugno dei primi ambulatori nell’ospedale privato. «Nella seconda metà di giugno la prima parte dell’ospedale potrà aprire e iniziare subito la sua attività – ha garantito l’ambasciatore del Qatar –. Partiremo poi con la realizzazione di un albergo al servizio del Mater e degli impianti sportivi». Un annuncio che apre le porte non più della speranza, ma della concretezza.

Confindustria. «Una notizia di grande importanza, auspichiamo che dopo i primi ambulatori possano aprire anche gli altri reparti – sottolinea Giuseppe Ruggiu, presidente di Confindustria centro-nord Sardegna –. Si tratta di un’opportunità per creare nuova occupazione e come Confindustria speriamo che si apra una collaborazione piena con le nostre imprese associate. La sanità di eccellenza rappresenta una svolta per tutto il territorio, con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e la crescita delle aziende». Senza contare lo storico problema della mobilità passiva dei sardi, costretti ai viaggi verso la Penisola per curarsi. «Si va anche a colmare il gap di posti letto rispetto ad altri territori, con ricadute positive anche per la città di Olbia – spiega Ruggiu –. Non dimentichiamo il rilancio del settore dell’edilizia e i maggiori movimenti sull’aeroporto Costa Smeralda». Non solo auspici, comunque.

Sindacati. L’altra faccia della medaglia è quella data dall’occasione di formare professionalità sul territorio capaci di rispondere alle richieste del Mater Olbia e del nuovo polo della sanità di eccellenza. Un’occasione persa, pare di capire. «L’apertura di un polo sanitario di eccellenza come il Mater Olbia trova il territorio in estremo ritardo rispetto alle professionalità richieste – osserva Mirko Idili, segretario della Cisl Gallura –. In un territorio dove la disoccupazione è al 13% e quella giovanile tocca punte del 30%, non c’è stata la capacità di programmare per tempo, creando un’offerta formativa all’altezza. Si tratta di una grave colpa del sistema, il rischio è che l’opportunità a livello occupazionale rappresentata dal Mater Olbia non raccolga l’offerta del nostro territorio, magari a vantaggio di lavoratori provenienti da altre parti d’Italia».

I dubbi. Un j’accuse circostanziato, che trova sponda e declinazione dubitativa anche nel ragionamento di Luisa Di Lorenzo, segretaria della Cgil gallurese. «Al completamento del puzzle mancano ancora alcuni tasselli importanti, come l’accreditamento del Mater e quindi dei posti letto presso la Regione e la risoluzione della causa civile depositata davanti al tribunale di Tempio Pausania per l’annullamento dell’atto notarile dell’acquisto del compendio ospedaliero – spiega la Di Lorenzo –. Come Cgil, naturalmente, auspichiamo che l’ennesimo annuncio sia quello buono, perché nell’apertura del Mater Olbia vediamo la possibilità di un rilancio dell’economia gallurese e una speranza per centinaia di famiglie in difficoltà e senza lavoro. In Sardegna aprirebbe una struttura ospedaliera in grado di offrire elevati e specialistici livelli assistenziali, un polo di eccellenza di caratura internazionale, arricchito dall’esperienza e dal prestigio del Policlinico Gemelli».

Gli artigiani. «Il Mater Olbia arricchirà questo territorio, con una struttura di eccellenza a livello sanitario e una spinta per l’economia che aiuti lo sviluppo del benessere sociale – commenta Benedetto Fois, presidente della Cna Gallura –. Come Tavolo delle associazioni, tuttavia, avevamo posto il problema della preparazione delle figure professionali necessarie. Mi domando: siamo pronti in questo senso? La mia speranza è che le premesse si concretizzino, per garantire il benessere per questo territorio. Noi guardiamo ai fatti e vogliamo stare lontani dalle beghe politiche».

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