La Nuova Sardegna

Olbia

Geasar vince al Tar Il Costa Smeralda è sempre più grande

di Giandomenico Mele
Geasar vince al Tar Il Costa Smeralda è sempre più grande

Accolto il ricorso della società che gestisce l’aeroporto Nel patrimonio immobiliare entrano gli alloggi e la mensa 

10 marzo 2018
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OLBIA. Il piano di sviluppo aeroportuale dello scalo di Olbia mette a segno una prima acquisizione nelle aule giudiziarie. La Geasar ha infatti viste riconosciute le proprie ragioni davanti al Tar del Lazio relativamente agli alloggi del personale della polizia di frontiera e della guardia di finanza e le relative strutture logistiche e di supporto, la mensa aeroportuale destinata al personale in servizio presso l’aeroporto e gli alloggi destinati al personale dell’Enac che garantisce il presidio dello scalo. Tutti immobili che si trovano nella parte esterna alla stazione aeroportuale, vicino alle palazzine amministrative dell’ex compagnia aerea Meridiana, ora Air Italy.

Vittoria al Tar. La Geasar aveva presentato ricorso contro il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, quello dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia del demanio, sostenendo che i beni in esame fossero indiscutibilmente strumentali alla gestione dell’aeroporto e all’esercizio dell’attività aeroportuale, in quanto destinati a soggetti la cui attività è indispensabile per il regolare funzionamento della struttura. Una volta accolto il ricorso, infatti, i beni, tornati nella piena disponibilità dello scalo, sulla base del contratto di servizio che lega Geasar a Enac, saranno destinati ad attività logistica. Gli stessi beni, infatti, erano stati sottratti alla disponibilità dell’Enac con il decreto interdirettoriale del 5 agosto 2005, con cui i ministeri citati e l’Agenzia del demanio avevano disposto che i beni costituenti l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, già assegnati all’Enac in uso gratuito, includessero solo l’alloggio del direttore dell’aeroporto.

Battaglia giudiziaria. Era così iniziata una battaglia giudiziaria, che dal lontano 2006 è stata risolta solo lo scorso gennaio. La Geasar, infatti, impugnò il decreto perché nel provvedimento impugnato e nella nota del 20 luglio 2006 non risultavano indicate la natura dei beni sottratti alla disponibilità del demanio e le ragioni dell’asserita non strumentalità degli stessi rispetto al perseguimento dell’interesse pubblico aeronautico. Secondo la Geasar, con ragioni giuridiche riconosciute dal Tar del Lazio, i beni sottratti alla disponibilità dell’Enac e, conseguentemente, della concessionaria, sarebbero stati invece strumentali all’espletamento e alla fruizione del servizio di trasporto aereo e di spettanza dell’Enac stesso.

Piano investimenti. Ma, soprattutto, il punto più importante in prospettiva: che la sottrazione dei beni dall’oggetto della concessione comporterebbe l’impossibilità di realizzare il programma degli investimenti e il piano degli interventi oggetto della concessione stessa e, in definitiva, di perseguire l’interesse pubblico cui è finalizzata la stipula della concessione. Nella sentenza il Tar del Lazio ha riconosciuto la fondatezza delle censure esaminate, con l’accoglimento del ricorso e l’annullamento del provvedimento impugnato dalla stessa Geasar. Una decisione a suo modo dirimente, dopo una contesa che durava da quasi 12 anni, che apre le porte al piano di sviluppo della infrastruttura aeroportuale, che si svilupperà su tre fronti: allungamento della pista, rifacimento di quella esistente e ampliamento dell’aerostazione. Per i primi due punti sono stati già stanziati i soldi, per un totale di circa 25 milioni di euro. La Geasar, poi, si è già messa al lavoro per porre le basi dell’ampliamento dell’aerostazione, che passerà dagli attuali 40mila metri quadri a un totale di 65mila. Tutti interventi necessari, visto che il Costa Smeralda, in particolare nei mesi estivi, è uno degli scali col maggior numero di passeggeri in Europa.

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