La Nuova Sardegna

Olbia

Nelle tenute Azara limousine all’asta come in Francia

di Dario Budroni
Nelle tenute Azara limousine all’asta come in Francia

Gli acquirenti si sono sfidati nelle campagne di Rudalza Dieci gli animali in mostra. Torello venduto per 2.800 euro

18 marzo 2018
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OLBIA. L’obiettivo è portarsi a casa un bovino. Non è un gioco ma un modo per fare buoni affari tra colleghi. Tutto avviene tramite un’asta, con un banditore che incita il pubblico e dieci animali che sfilano uno dopo l’altro, sopra un tappetto fatto di morbido fieno. Siamo alla terza edizione. L’asta aziendale di bovini di razza limousine e charolaise è stata come sempre organizzata dal pioniere Piero Azara. Nella sua azienda, che si trova nelle campagne di Rudalza, tra Olbia e Porto Rotondo, si sono dati appuntamento numerosi allevatori, non solo galluresi. I più decisi sono poi riusciti a tornare a casa con un capo che non andrà al macello ma che sarà destinato solamente alla riproduzione. Per l’isola è una novità, visto che le aste aziendali sono tipiche della Francia.

Dieci animali. Anche quest’anno dieci gli animali in mostra. Tutti molto giovani e con un futuro destinato a dare seguito a una lunga genealogia. Cinque i maschi: Nino, Nairo, Nicus, Melio e Moro, che però alla fine non ha potuto partecipare all’asta perché troppo nervoso. Cinque anche le femmine: Ndia, Nina, Mama, Nené e un’altra Nina. Il prezzo base variava a seconda dell’animale. Si passa dai 1.300 euro di Ndia ai 2.800 di Melio. Sei invece le aziende che hanno deciso di vendere i propri animali: Centro riproduttori bovini limousine, del padrone di casa Piero Azara, azienda Murrighile Iolanda di Marco Marrone, Fratelli Isoni, azienda Usai Giovanni, azienda Muzzu Leonardo e azienda Palitta Gabriele. Tutte quante della zona, delle campagne di Olbia, Berchiddeddu e Arzachena.

L’asta. Non tutti gli animali sono stati acquistati. Nino e Nairo, per esempio, sono restati con i vecchi padroni. Nicus è stato aggiudicato per 2.200 euro, mentre Melio ha trovato un nuovo padrone senza alcuna battaglia tra pretendenti, con un esborso di 2.800 euro. Una certa lotta per la femmina Ndia, che partiva da un prezzo di 1.300 euro e che poi è stata aggiudicata per 1.750, con il costo che aumentava di 50 euro a ogni alzata di mano. Acquistate anche Nina e Mama, mentre i due charolaise, Nené e la seconda Nina, non sono stati comprati da nessuno.

La soddisfazione. Le aste aziendali sono una novità. Rappresentano una tradizione francese da pochissimi anni trapiantata anche in Sardegna. Merito di Piero Azara, che nel 2016 aveva organizzato la prima edizione. «Sono contento, diciamo che la gente sta prendendo coscienza e si sta pian piano abituando alle aste – commenta Azara –. Partecipano soprattutto addetti ai lavori e meno curiosi. C’è da dire, comunque, che non è mai semplice acquistare un bovino. Da tempo l’intero comparto sta attraversando un periodo di profonda crisi e i guadagni sono sempre bassi». Un comparto spesso costretto a rimanere appeso a quei fondi regionali e comunitari che non sempre arrivano.

Il pioniere. Piero Azara, allevatore nel dna e grande esperto di bovini, non è stato soltanto il primo a organizzare un’asta aziendale. Lui è stato anche il primo in Sardegna (e terzo in Italia) a importare i bovini di razza limousine. Era il 1976, ormai 42 anni fa. Una scommessa che ha poi dato i suoi frutti.

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