La Nuova Sardegna

Olbia

Violenza sulle donne la lotta in prima linea dei commercialisti

Violenza sulle donne la lotta in prima linea dei commercialisti

Convegno al museo organizzato dall’Ordine di Tempio Gabriela Savigni: «Possiamo dare un contributo sociale»

22 marzo 2018
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OLBIA. I commercialisti ci sono. E nella lotta alla violenza sulle donne vogliono fare la loro parte. Senza però sostituirsi a psicologi ed esperti. «Perché il nostro obiettivo è quello di offrire competenze professionali per dare un contributo sociale. Siamo dei tecnici ed elaboriamo numeri - ha detto Gabriela Savigni, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Tempio -, ma ogni giorno riceviamo persone che si portano dietro diverse problematiche e alle quali, tante volte, diamo anche un’assistenza morale».

Le parole, pronunciate nella sala del museo archeologico, hanno aperto il convegno contro la violenza sulle donne organizzato dagli Ordini dei commercialisti di Tempio, Nuoro, Sassari e Oristano, con la collaborazione del l’Ordine degli avvocati (l’evento si è svolto in contemporanea in 100 città italiane). Tra il pubblico anche diversi sindaci e assessori della Gallura, della Baronia, della Barbagia e del Sassarese, presidi e insegnanti, rappresentanti delle forze dell’ordine. Tutti d’accordo ad affrontare «un serio lavoro in rete per contrastare il fenomeno, purché non rimanga - come ha detto il sindaco di Olbia Settimo Nizzi - un semplice spot».

Claudia Rita Satta (avvocato), ha messo sull’accento su quello che «è gravissimo un problema sociale. Noi affrontiamo spesso casi gravi di violenze, anche estreme, e ci rendiamo conto di quanto la donna sia sola, senza appoggi. Ma prima di parlare di soluzioni, bisogna cambiare il modo di pensare. E, davanti a tutto, deve esserci una donna che deve farsi forza e avere coraggio, spogliandosi della vergogna». Cristina Usai, vice sindaco e assessore ai Servizi sociali di Arzachena ha detto che «non si può stare a guardare anche di fronte al più piccolo campanello d’allarme: bisogna intervenire prima che sia troppo tardi». Poi un cenno alla prevenzione «e, quindi, a una sensibilizzazione costante nelle scuole per educare i giovani alla parità di genere e alla non violenza».

Coinvolgente la relazione di Marella Giovannelli, giornalista e scrittrice, che ha sottolineato «la necessità, per chi opera nel mondo della comunicazione, di abbassare il tasso di violenza e di sessismo nel linguaggio e di “pensionare” in via definitiva degli stereotipi nefasti e duri a morire. Mi riferisco a definizioni tipo “delitto passionale”, “dramma della gelosia” e “raptus di follia” quando l’assassino è un uomo che era vicino alla vittima».

Tiziana Putzolu, esperta di statistica e consigliera regionale di parità ha raccontato il suo impegno nella lotta alla discriminazione di genere sul lavoro. «Da quando mi sono insediata - ha detto - ho cominciato a seguire una trentina di casi. Storie di donne di ogni età che hanno dovuto subìre atteggiamenti violenti e discriminatori per lungo tempo. Non solo possiamo aiutarle ma anche intervenire giuridicamente. Tra i tanti protocolli d’intesa, fondamentale l’accordo per contrastare la violenza nei luoghi di lavoro che ho firmato con i sindacati e le organizzazioni delle categorie produttive».

Bruna Putzulu, manager e docente universitaria, ha parlato del ruolo delle donne nella società economica di oggi. «Paperone è sempre maschio - ha detto - e in Italia lavora solo il 46% delle donne, mentre la media nel resto d’Europa è pari al 58%. Il lavoro al femminile è indietro anche in Gallura: qui, solo un’impresa su 5 è donna».

Stalking e mobbing sono stati i temi affrontati da Daniela Peru, avvocato del foro di Tempio, ,mentre don Antonio Tamponi ha parlato dell’attività del centro antiviolenza “Dimmi ti ascolto”, che accoglie minori vittime di abusi. I lavori sono stati moderati da Maria Adele Teofilato.(s.p.)

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