La Nuova Sardegna

Olbia

Ciclista travolto ad Arzachena ricostruito lo scontro con la Bmw

di Tiziana Simula
Ciclista travolto ad Arzachena ricostruito lo scontro con la Bmw

Quattro persone devono rispondere, in concorso, di omicidio colposo per la morte di Bruno Meloni Sentito in aula il consulente del pubblico ministero: «Auto veloce e nessuna vigilanza negli incroci»

23 marzo 2018
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ARZACHENA. Lo scontro con la Bmw nel quale il 15 giugno 2013 morì Bruno Meloni, 66 anni, di Sassari, mentre in sella alla sua bici seguiva da amatore (non era iscritto alla gara) la tappa di Arzachena dei campionati europei master, è stato ricostruito ieri in aula davanti al giudice Andrea Pastori dal consulente del pubblico ministero. Una lunga deposizione tempestata di domande da parte dei difensori dei quattro imputati e dal legale di parte civile, a tratti anche accesa. L’incidente mortale avvenne sulla provinciale 14, all’incrocio delle strade che portano ad Aglientu, Tempio e Sant’Antonio di Gallura. L’automobilista percorreva la strada statale 427 in direzione Arzachena- Sant’Antonio di Gallura, mentre il cicloamatore, dalla provinciale 14, si stava immettendo sulla statale 427.

Sono accusati di concorso in omicidio colposo per la morte del ciclista sassarese, il conducente dell’auto, Michele Deiana, di Arzachena, assistito dagli avvocati Rino Cudoni e Luigi Esposito, l’organizzatore della gara ciclistica Stefano Pilato, difeso dall’avvocato Jacopo Merlini, il direttore di gara Antonio Camboni e il vice Stefano Pilato, di Olbia, difesi dall’avvocato Nuri Venturelli, del Foro di Roma (legale della Federazione ciclistica italiana). La famiglia di Bruno Meloni si è costituita parte civile con l’avvocato Fabio Musilli. La Procura contesta a Deiana una velocità sostenuta, si parla di 122 chilometri orari, e all’organizzazione, di non aver adottato le misure di sicurezza lungo il percorso della gara. Elementi evidenziati anche dal consulente sentito in aula. Il quale ha, in sostanza, parlato di corresponsabilità nella morte del ciclista: l’autista dell’auto per non aver rallentato la marcia in prossimità dell’incrocio, Bruno Meloni per non essersi fermato allo stop, forse convinto che il tratto di strada fosse chiuso per la gara, l’organizzazione, per non aver presidiato gli incroci nel circuito di gara.

Risulta però in proposito un provvedimento della Prefettura che incaricava gli enti preposti al controllo della viabilità.

Bruno Meloni (arrivato da Sassari a Olbia per trovare la figlia Antonella, responsabile Adiconsum della Gallura), secondo la ricostruzione dei fatti, era arrivato nel tratto di strada dove avvenne l’incidente, una decina di minuti prima del passaggio delle motostaffette che anticipa l’auto di inizio corsa. L’impatto con la Bmw fu terribile e fatale. Il processo è stato aggiornato al 6 settembre.

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