Oggi la processione de «S’Incontru» saluta la Pasqua
Bagno di folla e di fede per i riti della Settimana santa Alle 10 la messa, la distribuzione dei pani e la processione
01 aprile 2018
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OLBIA. Sono sempre emozionanti i riti della Settimana santa che volge al termine. Dopo il bagno di folla e di fede di venerdì sera nella chiesa di San Paolo e dopo la veglia pasquale di ieri notte con il tradizionale Lucernaio, il programma dei riti prosegue oggi, giorno di Pasqua. Alle 10 la messa e subito dopo la distribuzione del pane pasquale. Alle 11.30 comincerà la processione de «S’Incontru», cioè l’incontro del Cristo risorto e la Madonna in piazza Regina Margherita, anche questo uno dei momenti più cari agli olbiesi. Infine la messa alle 12.
Molto partecipati anche i riti rinnovati nei giorni scorsi. Sempre emozionante soprattutto «S’Iscravamentu», il momento più suggestivo dell’intera Settimana santa. Gli uomini vestiti di bianco della confraternita di Santa Croce, secondo un rito di origine spagnola che ha resistito allo scorrere dei secoli, hanno schiodato il simulacro del Cristo dalla croce. Poi è cominciata la processione nel cuore del centro storico. Infine il ritorno in chiesa, a San Paolo, per le ultime preghiere prima di tornare a casa e attendere l’arrivo della Pasqua. Il rito de «S’Iscravamentu» è stato seguito da una grande folla di fedeli e appassionati di tradizioni popolari. La messa è stata celebrata dal parroco di San Paolo, don Gianni Satta, mentre le tappe della Passione sono state lette in sardo da monsignor Gian Franco Saba, olbiese, da qualche mese arcivescovo di Sassari. A rendere il tutto ancora più suggestivo i canti dell’Olbia folk ensemble. Insomma, la città ha così rinnovato uno dei suoi più antichi riti. Una celebrazione che si ripete fin dal Cinquecento. Naturalmente a San Paolo, che fino agli anni Cinquanta era l’unica parrocchia cittadina visto che la stessa basilica di San Simplicio si trovava ancora al di fuori del centro urbano.
Molto partecipati anche i riti rinnovati nei giorni scorsi. Sempre emozionante soprattutto «S’Iscravamentu», il momento più suggestivo dell’intera Settimana santa. Gli uomini vestiti di bianco della confraternita di Santa Croce, secondo un rito di origine spagnola che ha resistito allo scorrere dei secoli, hanno schiodato il simulacro del Cristo dalla croce. Poi è cominciata la processione nel cuore del centro storico. Infine il ritorno in chiesa, a San Paolo, per le ultime preghiere prima di tornare a casa e attendere l’arrivo della Pasqua. Il rito de «S’Iscravamentu» è stato seguito da una grande folla di fedeli e appassionati di tradizioni popolari. La messa è stata celebrata dal parroco di San Paolo, don Gianni Satta, mentre le tappe della Passione sono state lette in sardo da monsignor Gian Franco Saba, olbiese, da qualche mese arcivescovo di Sassari. A rendere il tutto ancora più suggestivo i canti dell’Olbia folk ensemble. Insomma, la città ha così rinnovato uno dei suoi più antichi riti. Una celebrazione che si ripete fin dal Cinquecento. Naturalmente a San Paolo, che fino agli anni Cinquanta era l’unica parrocchia cittadina visto che la stessa basilica di San Simplicio si trovava ancora al di fuori del centro urbano.
