La Nuova Sardegna

Olbia

Museo e siti archeologici così rinasce la città antica

di Dario Budroni
Museo e siti archeologici così rinasce la città antica

Intesa tra Comune e Polo museale per mettere in rete il patrimonio culturale L’assessore Serra: «È un altro passo verso una vera gestione dei nostri beni»

16 aprile 2018
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OLBIA. La reazione di chi mette piede al museo o in qualche sito archeologico è quasi sempre la stessa: «Bello, peccato però che non sia valorizzato». Per questo il Comune da qualche tempo è al lavoro per cercare di invertire la rotta. Nei mesi scorsi sono stati compiuti alcuni importanti passi per mettere a norma il museo archeologico. Invece pochi giorni fa è stato approvato un protocollo d’intesa che, in poche parole, mette il comune di Olbia in rete con il Polo museale della Sardegna. «Si tratta di un primo passo del percorso che ci porterà all’iscrizione dei nostri musei e dei nostri siti archeologici al circuito museale regionale e nazionale – spiega l’assessore comunale alla Cultura, Sabrina Serra –. L’obiettivo è mettere in rete tutti i beni della nostra città e assicurare una fruizione reale e una vera e propria gestione. Sono fiduciosa, anche perché negli ultimi mesi abbiamo svolto importanti lavori soprattutto al museo archeologico». Il protocollo d’intesa firmato da Comune e Polo museale della Sardegna, che è un ufficio periferico del Mibact, mette dunque in campo una nuova collaborazione a livello regionale che punta a un sistema integrato di gestione e che per la prima volta comprende i tesori del passato olbiese.

Museo archeologico. Il Comune punta soprattutto sul suo museo, che ancora funziona a metà. Si può visitare e si possono ammirare due navi romane e non pochi reperti ritrovati in città, ma non gode di una vera gestione. «Il museo aveva una serie di problemi di agibilità – continua l’assessore Serra –. Però siamo intervenuti e adesso stiamo terminando l’iter delle certificazioni. Senza questi passaggi, non avremmo mai potuto aspirare a iscrivere la struttura ai circuiti museale». Neanche un anno fa era stato messo a norma il ponticello di cemento armato che collega l’isola del museo con la zona dei giardinetti. Poi il Comune, dopo una richiesta fatta nel 2015 alla Regione nell’ambito del ripristino del museo all’indomani dell’alluvione, ha investito alcune risorse per sostituire i vecchi impianti di areazione. Altri soldi sono stati invece destinati al restauro dei relitti presenti al museo: due romani e uno più piccolo di epoca medievale. «Le navi romane rappresentano un patrimonio unico al mondo – sottolinea l’assessore Sabrina Serra –. E ricordiamoci che, nei magazzini della Soprintendenza, con la quale è in atto una bella collaborazione, sono conservati tanti altri relitti. Sarebbe bello, un giorno, vederli restaurati ed esposti, perché il museo ha ancora dello spazio. Però servono i soldi. Speriamo un giorno di trovare le risorse».

I siti archeologici. Con il protocollo d’intesa firmato con il Polo museale della Sardegna, il Comune dichiara di voler valorizzare non soltanto il museo archeologico. Nella lista anche il museo della necropoli di San Simplicio e numerosi siti archeologici, tutti da mettere in rete: pozzo sacro, nuraghe di Cabu Abbas, tre diversi tratti dell’acquedotto romano, tomba dei giganti, mura puniche, castello di Pedres, torre cartaginese di Porto Rotondo e il cimitero ottocentesco di via Fera.

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