La Nuova Sardegna

Olbia

Indennizzi per l’alluvione in nove davanti al giudice

di Tiziana Simula
Indennizzi per l’alluvione in nove davanti al giudice

Al via il processo per i contributi erogati dal Comune per i danni di “Cleopatra”  L’accusa: false dichiarazioni per salire in graduatoria. La difesa: nessuna truffa

18 aprile 2018
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OLBIA. Sono finiti a processo in nove. Alluvionati, danneggiati, alcuni anche sfollati. E ora imputati. Secondo l’accusa avrebbero dichiarato il falso nella compilazione della documentazione per avere qualche punteggio in più e salire nella graduatoria con lo scopo di poter beneficiare dei risarcimenti del Comune per l’alluvione del 18 novembre 2013. Attraverso i loro difensori, dovranno smontare le accuse contestate dalla Procura e dimostrare la regolarità della documentazione presentata. Secondo il capo d’imputazione, gran parte di loro avrebbero dichiarato di avere all’interno della propria famiglia persone affette da invalidità superiore al 75 per cento, o anziani ultrasettantacinquenni, o ancora, persone con disabilità. Tutti criteri che attribuivano agli alluvionati maggiori punteggi. Dichiarazioni risultate però false in seguito agli accertamenti eseguiti dalla polizia locale. A qualche imputato, l’accusa contesta anche di aver beneficiato della consegna di beni materiali, dagli arredi agli elettrodomestici, distribuiti dal Comune agli abitanti la cui abitazione principale era stata danneggiata dall’alluvione. Accuse che hanno cominciato a traballare già da ieri quando sono stati sentiti i primi testimoni. Due quelli sentiti dal giudice monocratico Marco Contu per Younis Muhammad, difeso dall’avvocato Antonietta Calia. Sono stati chiamati a testimoniare un agente accertatore della polizia locale e un coinquilino dell’imputato. Rispondendo alle domande del giudice, del pubblico ministero e dei difensori, l’agente della polizia locale ha riferito che nella domanda era stato scritto che l’alluvione aveva danneggiato un altro immobile e non quello di residenza, mentre nel capo d’imputazione risulterebbe quello di residenza. «Quindi il mio assistito non ha dichiarato il falso», commenta l’avvocato Calia. Devono difendersi dai reati contestati anche Vincenzo Carta, Franco Putzu, Shaobei Hu, Maria Luigia Biddau, Kezheng Zhang, Gerolamo Fiori, Paolo Garau e Giuseppe Lutzu.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giampaolo Murrighile, Antonietta Calia, Antonio Piras, Stefano Oggiano, Sergio Carta, Eleonora Bianco, Sonia Biddau e Teresa Marrone.

«Tutte le richieste sono state fatte su moduli prestampati», precisa l’avvocato Murrighile. «Non risulta nessuna prova di consegna di beni da parte del Comune a Maria Luigia Biddau, sfollata fino a marzo», aggiunge l’avvocato Sonia Biddau. «Paolo Garau non ha percepito nulla dal Comune», ribadisce il suo difensore, l’avvocato Oggiano.

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