Omicidio stradale, deciderà il gip
Incidente a Pittulongu, il difensore di Fabio Petta ha chiesto il patteggiamento
20 aprile 2018
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OLBIA. Deciderà il giudice Andrea Pastori se il processo per omicidio stradale a carico di Fabio Petta si può chiudere oppure no con un patteggiamento. Petta, olbiese 24enne, il 30 novembre di due anni fa a bordo della sua Volkswagen Polo sulla strada per Pittulongu aveva centrato in pieno una Citroen C3 che procedeva in direzione contraria guidata da Vito Spartà, ingegnere di 32 anni, morto ancora prima di arrivare in ospedale. Dopo il tragico incidente Petta era stato arrestato dai carabinieri perché il suo tasso alcolemico era risultato ben superiore alla media consentita.
Ieri mattina in udienza davanti al gip del tribunale di Tempio, il difensore di Fabio Petta, l’avvocato Giampaolo Murrighile, ha formalizzaro la richiesta di patteggiamento, duramente contestata la famiglia di Vito Spartà, il giovane ucciso, costituita parte civile nel giudizio attraverso l’avvocato Fabio Musilli. La parte civile si è opposta e il giudice si è riservato di decidere sul patteggiamento.
L’incidente al Pozzo Sacro, sulla strada per Pittulongu, era stato di una violenza inaudita. Probabilmente causato da un’invasione di corsia. Il corpo ancora in vita di Vito Spartà era stato estratto a fatica dalle lamiere, ma per lui non c’era stato neanche il tempo di raggiungere l’ospedale.
Ieri mattina in udienza davanti al gip del tribunale di Tempio, il difensore di Fabio Petta, l’avvocato Giampaolo Murrighile, ha formalizzaro la richiesta di patteggiamento, duramente contestata la famiglia di Vito Spartà, il giovane ucciso, costituita parte civile nel giudizio attraverso l’avvocato Fabio Musilli. La parte civile si è opposta e il giudice si è riservato di decidere sul patteggiamento.
L’incidente al Pozzo Sacro, sulla strada per Pittulongu, era stato di una violenza inaudita. Probabilmente causato da un’invasione di corsia. Il corpo ancora in vita di Vito Spartà era stato estratto a fatica dalle lamiere, ma per lui non c’era stato neanche il tempo di raggiungere l’ospedale.