La Nuova Sardegna

Olbia

Turni stressanti e niente riposi così affonda la Sanità in Gallura

Turni stressanti e niente riposi così affonda la Sanità in Gallura

Duro attacco della Funzione pubblica Cgil dopo i casi clamorosi di Otorino e Ginecologia a Tempio Luisella Maccioni protesta: «Una riforma avrebbe dovuto tenere conto delle esigenze del territorio»

30 aprile 2018
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OLBIA. Il caso dell’ospedale di Tempio, dove è stato chiuso il reparto di ginecologia per mancanza di medici, è l’emblema della triste condizione della sanità in Gallura. Ne parla Luisella Maccioni, segretario della Funziione pubblica Cgil, in prima fila sul fronte delle battaglie per una sanità migliore. «Chiusa l’attivita per mancanza di medici? - dice – mi chiedo se siamo ancora in un ospedale. È vero che ormai si parla di azienda, quindi le aziende fanno anche questo. La realtà è che si sono persi il senso e il valore della della cura alla persona, del diritto all’assistenza. Che cose un servizio sanitario se non questo?». «Il caso dell’ospedale di Tempio deve far riflettere – aggiunge Luisella Maccioni – mi viene da pensare il perché 4 o 5 medici si assentano tutti insieme, forse perche sono costretti a coprire i turni per mancanza di personale, forse perché si fanno turni e reperibilità di continuo senza tenere conto del riposo psicofisico, e in piu dei casi non si tiene conto delle 11 ore che devono intercorrere tra un turno e l’altro, come succede ormai da un po’ di tempo nei tre presidi ospedalieri, in particolare nei pronto soccorso. Forse si da solo corso a quanto scritto nella rete ospedaliera del 2015/2018 che rinomina e riordina gli ospedali ridurre gli sprechi definendo una nuova articolazione della sarda».

«Infatti – aggiunge il segretario della Funzione pubblica Cgil – con la riorganizzazione della rete ospedaliera Tempio e La Maddalena vengono ridimensionata, compreso il personale, questo tanto da essere costretti a sospendere temporaneamente ricoveri e assistenza. Non succede solo a Tempio, ma anche alla Maddalena e a Olbia, con infermieri e medici costretti a fare turni stressanti, mancanza di infermieri alla Maddalena per il trasporto dei pazienti, 2 sole unita per il trasporto delle ambulanze una di mattina e l’altra in pomeriggio». Oggetto del contendere è la nuova dotazione organica dell’Ats, che interviene in riduzione su una base di per se deficitaria, «Quindi – aggiunge Luisella Maccioni – le difficolta di copertura di organici, già oggi complicate, si aggravano in presenza di una dotazione organica ridotissima. Cosa fare per invertire questa tendenza: quando si fa una riforma della sanità si deve tenere conto delle esigenze del territorio, e così non e stato. Serve garantire l’accesso all’emergenza urgenza in tutto il territorio e affrontare una politica di qualita di certezza della salute, visto che nei tre presidi galluresi ci sono reparti che hanno garantito una qualità assistenziale ottima e non dovrebbero rischiare la chiusura. Non è pensabile che il reparto di otorino, l’unico in Gallura , non può svolgere determinate funzioni, in quanto non dotato di anestesia e rianimazione. Le nuove disposizioni regionale come tutti sanno, vietano alle specialità di tempio di effettuare interventi chirurgici per i quali necessita una rianimazione o una terapia intensiva, pertanto se il paziente deve essere operato per un problema alla laringe o altro non può effettuare l’operazione, ma di conseguenza non puo effettuarlo neanche ad olbia, perche non c’e il reparto. Pertanto i pazienti sono costretti a recarsi altrove , inoltre la mancanza del personale sia medico che infermieristico di supporto condanna ad utilizzare le sale operatorie solo parzialmente, ma poco importa se e stato anche potenziato il cup per le visite mediche per le persone se non possono effettuare interventi in caso di bisogno». «La cosa sconcertante – aggiunge Luisella Maccioni – è che quel reparto è dotato di grandi apparecchiature tecnologiche per cui la Asl ha investito molto, strumenti che non possono essere utilizzate perché mancano le sale e il personale. Mi chiedo se questo significa razionalizzare i costi della sanita? Certo, capiamo l’importanza che ha per ogni territorio avere un ospedale, pero bisogna anche tenere conto della vera funzione che bisognerebbe svolgere all’interno di quel contesto». «Basterebbe poco per far rinascere quelle specialità che abbiamo – conclude – si potrebbe ipotizzare di trasferire l’unita operativa a Olbia, visto che non riusciamo a farla funzionare bene a Tempio. Cosi con una presenza di una sala rianimazione e di un anatopatologo disponibile per le analisi durante gli interventi si fa si che l’attivita torni a funzionare. Invece di farla morire, tutto il territorio ne avrebbe un vantaggio non indifferente e si darebbe un servizio indispensabilte.(m.b.)

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