La Nuova Sardegna

Olbia

Cresce il lavoro stagionale boom di assunzioni a Olbia

di Giandomenico Mele
Cresce il lavoro stagionale boom di assunzioni a Olbia

Il rapporto dell’agenzia Aspal: aumentano gli occupati, ma anche il precariato Nel 2017 il +12,2% rispetto all’anno prima, tendenza confermata anche nel 2018

03 maggio 2018
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OLBIA. Stagionali, giovani e impiegati nel turismo. Il mercato del lavoro in Gallura è figlio legittimo delle specificità del territorio, ma anche del nuovo mondo dell’impiego in tempi di Jobs act. Il dato che emerge dal report presentato da Aspal, la nuova Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, che comprende tutti i centri per l’impiego prima di competenza provinciale, rivela un boom di assunzioni stagionali a Olbia e nella ex provincia nel 2017: + 12,2%. E la tendenza per il 2018 va nella direzione di un ulteriore incremento. Contratti a tempo determinato legati all’economia del turismo, che spesso inizia a maggio e termina ad ottobre. I dati raccontano una realtà dalla doppia faccia: più lavoro ma più precario. Specchio da sempre del tessuto economico gallurese, ma che gli incentivi alle assunzioni contenuti nella prima formulazione del Jobs Act hanno incentivato.

Naspi. Così la diretta conseguenza, quasi un’altra faccia della stessa medaglia, è il clamoroso aumento di Naspi, il nuovo strumento di supporto al reddito che ha sostituito la vecchia cassa integrazione guadagni. Olbia è la seconda città in Italia per richieste di Naspi in rapporto alla popolazione, subito dopo Rimini. Nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2017 sono state oltre 10 mila le domande pervenute al centro per l’impiego di Olbia, che gestisce anche gli uffici di Palau e Tempio Pausania. «Il nostro lavoro consiste nell’incrociare le offerte di lavoro provenienti da persone che non hanno un’occupazione con la domanda delle imprese, i potenziali datori di lavoro – spiega Sergio Arnò, responsabile del Cpi di Olbia -. Rispetto al passato forniamo una serie di prestazioni che corrispondono a possibili percorsi professionali, per cercare di favorire il reinserimento lavorativo. Un cambio di prospettiva che ha consentito di rafforzare il servizio».

Il mercato del lavoro. Dai dati si percepisce come gli incentivi economici per le aziende, con la decontribuzione, varati dal Jobs Act, abbiano fatto esplodere i contratti a tempo determinato. In una zona come la Gallura, da sempre votata ad un’economia legata ai servizi, soprattutto turistici, questo ha significato un vero e proprio boom: i contratti a tempo determinato sono stati l’86% dei nuovi contratti nel 2017 nell’ex provincia di Olbia-Tempio, contro il 76% su base regionale. Il saldo positivo, rispetto alle cessazioni, risulta essere del 2%, evidentemente una percentuale bassa di contratti a termine che diventano a tempo indeterminato. L’anno scorso in Gallura a fare la parte del leone sul fronte delle nuove assunzioni è stata Olbia, con quasi il 30%, seguita da Arzachena (19,7%), Budoni (7,7%) e Santa Teresa Gallura (7,3%). Comuni, ovviamente, con economie a forte connotazione turistica.

Giovani, stagionali, stranieri. Ma quali lavoratori sono stati maggiormente interessati dalla crescita economica? Nell’area omogenea Olbia-Tempio, dove nel 2017 l’incremento degli avviamenti al lavoro vale 5.739 unità, la classe principalmente interessata risulta essere quella compresa tra i 15 e i 24 anni (35%); seguita da quelle 25-34 anni (21%) e 45-54 anni (20%). La stagionalità è dimostrata dai picchi nelle assunzioni, che si registrano nei mesi di maggio, giugno e luglio, con il record di quasi 11 mila assunzioni di giugno, storicamente quello di inizio della stagione per molte attività economiche legate al turismo. Negli ultimi due anni anche gli stranieri residenti sono stati interessati dalla crescita economica e del mercato del lavoro. Nell’ex provincia gallurese, infatti, l’incremento di assunzioni si è attestato intorno al 10,7% (+5.908), con la Gallura capace di assorbire valori superiori al 30% del totale su base regionale.

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