La Nuova Sardegna

Olbia

Gli studenti fanno le guide: «Noi i custodi della storia»

di Dario Budroni
Gli studenti fanno le guide: «Noi i custodi della storia»

Grande successo per Monumenti aperti. Sul posto i ragazzi delle scuole superiori Migliaia di persone hanno visitato i siti archeologici della città. Turisti in prima fila

07 maggio 2018
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OLBIA. Si sono svegliati di buon mattino e si sono dati appuntamento davanti a mura e acquedotti. Obiettivo: spiegare ai visitatori cosa combinavano in città romani e cartaginesi. Dopo settimane passate tra libri e lezioni sul campo, gli studenti delle scuole hanno accompagnato olbiesi e turisti alla scoperta dell’affascinante storia della città. Lo hanno fatto per due giorni in occasione di Monumenti aperti. Ieri il clou della manifestazione, complice un tempo finalmente dalla parte delle iniziative all’aperto. In migliaia hanno approfittato del sole per affidarsi alle precise spiegazioni degli studenti. La manifestazione, a livello regionale organizzata dall’associazione Imago Mundi, in città è stata promossa dal Comune, dalle associazioni culturali e dalle scuole superiori Gramsci, Mossa, De André, Amsicora, Panedda e Deffenu, più la primaria di via Vicenza. A coordinare l’evento, invece, l’archeologa e docente del classico Letizia Fraschini.

Studenti in campo. Alla necropoli di San Simplicio, il museo sotterraneo aperto al pubblico poco più di un mese fa, ci sono sei ragazzi del Gramsci. Si chiamano Emilia, Andrea, Francesco, Gaia, Angela e Giovanni. E si comportano come vere guide turistiche. «Il sito ormai lo conosciamo molto bene – spiega Emilia –. Lo abbiamo studiato con la professoressa Fraschini. Inoltre conosciamo bene questo periodo storico perché lo abbiamo appena affrontato in classe. I visitatori sono molto soddisfatti e noi cerchiamo sempre di fornire più informazioni possibile». Gli studenti non sono timidi. Ormai guidare i visitatori è per loro un gioco da ragazzi e chi conosce bene le lingue si cimenta addirittura in qualche spiegazione in inglese.

La partecipazione. Ieri sono stati aperti quindici siti archeologici, mentre sabato, per via del maltempo, sono state annullate le visite in alcuni siti all’aperto. «Devo dire che i ragazzi sono stati molto bravi. Tanti di loro hanno voluto comunque aprire i monumenti anche nella giornata di sabato – commenta soddisfatta la coordinatrice, Letizia Fraschini –. La cittadinanza e i turisti hanno risposto molto bene. Tutti i siti hanno contato centinaia di visite. Solo al museo, nella giornata di sabato, sono entrate circa mille persone. Stesso discorso per gli eventi collaterali, davvero tutti molto interessanti». Sulla stessa linea l’assessore alla Cultura Sabrina Serra, che ha fatto il giro dei monumenti per osservare da vicino il lavoro dei ragazzi. «È stato un grande successo – commenta –. Affidare la gestione dei siti alle scuole è stata una mossa vincente. Ringrazio quindi i ragazzi, gli insegnanti e i dirigenti per il grande impegno e per la dedizione che hanno dimostrato in questa bella manifestazione».

Il viaggio nella storia. Quest’anno sono stati aperti quindici siti. Si parte dal periodo nuragico e si arriva fino ai primi del Novecento: tempio e necropoli di San Simplicio, terme, biblioteca, mura e isolato di età punica, castello di Pedres, nuraghe Riu Mulinu, acquedotto romano, museo, tomba dei giganti, pozzo sacro, foro, San Simplicio e San Paolo e per la prima volta la torre cartaginese di Porto Rotondo.

Il solito degrado. Le mura puniche di via Torino, uno dei siti più importanti in assoluto, sono da sempre nella morsa del degrado. Ieri mattina gli studenti hanno trovato una spiacevole sorpresa: lattine, sacchi di rifiuti e addirittura un aspirapolvere lasciati nel bel mezzo del sito dall’incivile di turno.

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