La Nuova Sardegna

Olbia

Migliaia in fila per venerare Santa Rita

di Serena Lullia
Migliaia in fila per venerare Santa Rita

Le reliquie della monaca arrivate in città hanno fatto tappa ad Arzachena e Palau. Fino a lunedì saranno alla Maddalena

02 giugno 2018
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INVIATA ALLA MADDALENA. Le mani dei fedeli si avvicinano alla teca sacra tremanti, timide, mentre gli occhi si gonfiano di lacrime. Sfiorare le reliquie di Santa Rita, anche solo attraverso un vetro, scatena in ogni credente emozioni che centrifugano l’ anima. Per ognuno di loro è un dono che sembra tagliare le distanze con il Cielo. Quasi una risposta a quel bisogno tutto umano di dare materia al proprio credo. L'abbraccio alla santa di Cascia, da Olbia alla Maddalena, sa di profumo di rose e commozione. L’ampolla trasparente con la cintura dell’abito della monaca di Cascia, arriva all’Isola bianca quando il sole è appena nato. A scortarla 170 soldati di fede, i pellegrini del paese umbro, insieme a padre Bernardino, rettore della basilica agostiniana. Con loro il sindaco di Cascia, Mario De Carolis e gli assessori. Le reliquie e la statua della santa delle cause impossibili sono il dono del cuore della comunità casciana alla Sardegna. Il suo grazie per la mano tesa che arrivò dall'isola quando il paese umbro fu colpita dal terremoto alla fine del 2016. I pastori sardi esercitarono quella generosità cristiana pilastro del laico e secolare rito di sa paradura. Mille pecore furono donate ai fratelli di Cascia che avevano perso greggi e aziende. Quel gesto riportò la speranza tra le rovine. E fece nascere una speciale amicizia benedetta da Santa Rita.

Il parroco di san Simplicio, don Giovanni Debidda, accoglie emozionato l'arrivo delle reliquie. Al passaggio della teca, i fedeli lanciano petali di rosa, il fiore di Santa Rita. I volontari della protezione civile con in testa uno degli autori di questo gemellaggio di fede e amicizia, il presidente di Prociv Italia Emilio Garau, scortano l’ampolla. Che viene sistemata davanti all’altare. «Rita – come la chiama con tenera confidenza padre Bernardino – è la donna del Vangelo, della preghiera e della riconciliazione. Seppe perdonare gli uomini che uccisero il marito, sopportò il dolore per la morte dei figli. E seppe aspettare l'ingresso nel convento Agostiniano da cui fu respinta varie volte. Questa reliquia sia lo strumento per farci pensare alla vita di Rita».

Il cronopogramma del cammino della santa attraverso la Gallura fino alla Maddalena viene stravolto quasi subito. Strabiliante, come lo ha definito il sindaco di Cascia, l’abbraccio della comunità sarda alla monaca. La basilica di San Simplicio non riesce a ospitare tutti i fedeli. Davanti alla teca c’è la fila. C’è chi si inginocchia, chi scatta foto, chi si commuove, chi la bacia, chi ci strofina sopra fazzoletti di carta. La benedizione alla folla è l’ultimo atto della tappa olbiese prima del passaggio a San Pantaleo, Arzachena e Palau. Ma alla Maddalena l’emozione dell’arrivo di Santa Rita è travolgente. Dal traghetto scendono prima le auto, il camion che trasporta le 50 agnelle figlie delle mille donate un anno fa dai pastori sardi. Poi la processione dei fedeli con padre Bernardino in testa, la teca sacra sollevata verso il cielo. Alle sue spalle, portata in spalla dal corteo di Cascia, ecco maestosa la statua della santa. Lo sguardo tenero di una madre, per nulla turbato dalla spina conficcata nella fronte. Tra le mani la croce e le rose. Bellezza che scuote l’anima. A dare il benvenuto il sindaco Luca Montella, il comandante della capitaneria di porto, il parroco don Degortes, Gigi Sanna il cantante degli Istentales che nel progetto di fede e musica ci ha messo il cuore. “Benvenuta Santa Rita” dice il sacerdote al microfono. E nell’applauso di centinaia di persone le due comunità si abbracciano sotto lo sguardo mite della monaca che fu moglie e madre.



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