La Nuova Sardegna

Olbia

Caos rifiuti, scatta lo stato d’emergenza

La Regione dimezza la soglia del conferimento dell’umido a Spiritu Santu. La rivolta dei sindaci: «L’impianto è saturo»

08 giugno 2018
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Le indagini sono partite lo scorso inverno. Gli uomini della polizia amministrativa del commissariato di Porto Cervo, guidati dal vice questore Fabio Scanu, hanno lavorato su una mappa dettagliata di tutte le strutture ricettive del territorio (Porto Cervo, Palau, Arzachena e La Maddalena) per andare a scovare quelle che operavano abusivamente. Alla fine ne sono individuate sette, di diversa tipologia, tra strutture alberghiere ed extra alberghiere, bed&breakfast, domos, residence, multiproprietà, case per ferie, case e appartamenti vacanze. Tutte operavano senza alcuna autorizzazione.

Ma grande attenzione è stata rivolta anche verso altre otto strutture ricettive (in questo caso si tratta soprattutto di multiproprietà che si spacciavano però come residence anche attraverso le agenzie immobiliari), i cui amministratori delegati (in tutto 11 persone) sono stati denunciati non aver rispettato l’articolo 109 Tulps. Un articolo che stabilisce che tutti i gestori di esercizi alberghieri e di altre strutture ricettive, comprese quelle che forniscono alloggio in tende, roulotte, nonché i proprietari o gestori di case i appartamenti per le vacanze e gli affittacamere, debbano comunicare giornalmente all’autorità di pubblica sicurezza l’arrivo delle persone alloggiate. Se questo non avviene scattano anche le sanzioni, così come prevede il testo unico della legge di pubblico sicurezza. (s.p.)



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