La Nuova Sardegna

Olbia

Gita negata, per i vaccini chiamati i genitori

Gita negata, per i vaccini chiamati i genitori

L’azienda sanitaria regionale sul caso di Palau e Maddalena: «Abbiamo seguito tutte le procedure» 

09 giugno 2018
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OLBIA. L’azienda sanitaria ha rispettato tutte le procedure per la vaccinazione, ma le risposte non sono arrivate. È la risposta che l’Ats Sardegna e la Assl di Olbia danno sul caso dei bimbi non ammessi alla gita scolastica perché non vaccinati.

«Quanto accaduto a La Maddalena e Palau negli scorsi giorni ripropone un fenomeno che si sta presentando a livello regionale, dove registriamo una percentuale dell’1-2% dei genitori di bambini tra i 2-6 anni restia alla vaccinazione», spiega Fiorenzo Delogu, direttore del Servizio di Igiene pubblica per la Assl di Sassari e Olbia.

Nel caso del bimbo di sei anni di La Maddalena, il servizio di Igiene pubblica della Assl di Olbia, così come previsto dal vecchio protocollo per la vaccinazione regionale e dal nuovo piano di prevenzione vaccinale 2017-2019 e la Legge 119, ha inviato, spiega l’azienda sanitaria, almeno 7 comunicazioni formali, anche con raccomandata con ricevuta di ritorno, ai genitori in cui li si invitava alla vaccinazione del bimbo. «Appuntamento in cui, così come da prassi, gli operatori avrebbero potuto fornire tutte le informazioni utili ad una vaccinazione consapevole. Nonostante i vari contatti, anche telefonici, e i vari appuntamenti, però, i bambini non sono stati portati negli ambulatori vaccinali della Assl di Olbia».

Stesso discorso, dice l’Ats, vale per l’episodio registrato negli scorsi giorni nella scuola di Palau. «A prescindere dalla comunicazioni, i bambini potevano essere ammessi nella scuola di infanzia presentando la documentazione attestante la vaccinazione o la prenotazione della stessa, episodio evidentemente non avvenuto nel caso dei bimbi di La Maddalena e Palau».

In seguito all’entrata in vigore della Legge 119 del 2017, che ha esteso l’obbligo vaccinale per i minori di età compresa tra zero e sedici anni, l’Ats, così come previsto dalla normativa, «ha provveduto ad inviare una comunicazione informale ai genitori dei minori che si dovevano sottoporre a vaccinazione obbligatoria; in caso di non adempienza, gli uffici di Igiene pubblica hanno provveduto ad inviare un secondo sollecito formale, questa volta attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno, pertanto documentabile. A questo si deve comunque aggiungere la disponibilità degli operatori che, telefonicamente o presso gli ambulatori, sono sempre stati disponibili a fornire informazioni».

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